Al Brotzu c’era un reparto e non c’è più. Motivo: non chiaro. C’erano anche studi pubblicati su prestigiose riviste scientifiche internazionali e sono stati ritirati. La ragione: finiti al centro di una disputa di alto livello accademico,  sono stati giudicati inaffidabili.

Il collegamento tra le due vicende è Marco Monticone, professore di medicina fisica e riabilitativa dell’Università di Cagliari: è il direttore della Neuroriabilitazione dell’Arnas, il reparto “sparito”, ma anche l’autore delle pubblicazioni sconfessate – finora senza replica – da un team di ricercatori della Brunel University di Londra. E mentre tra professori si fanno le pulci – con bocciature che appaiono abbastanza sonore –  il sud della Sardegna resta senza un servizio sanitario fondamentale: i pazienti con gravi lesioni cerebrali, causate da ictus o incidenti, vengono trasferiti. Anche se i soldi per allestire il reparto sono stati spesi e il personale è a disposizione. 

IL REPARTO FANTASMA. «La Neuroriabilitazione è un reparto vitale per un ospedale come il San Michele e non merita che attorno ai suoi vertici vengano fatti giochetti di potere». Franco Meloni il Brotzu lo conosce bene. Lo ha anche guidato da direttore generale. E ora sul suo blog ricostruisce le strane peripezie del reparto, come ha fatto attraverso una serie di interrogazioni il consigliere regionale dei Progressisti, Francesco Agus. 

Neuroriabilitazione era al primo piano, poi era stata spostata al settimo, in vista del trasferimento definitivo in uno spazio al Businco: «Si sono spesi circa 300mila euro di denaro pubblico», sottolinea l’ex manager. Il trasloco però non c’è stato. Nel frattempo, per far fronte all’emergenza Covid, in quegli spazi dell’Oncologico «fu alloggiato, per decisione dell’assessorato alla Sanità, il Centro per la Sclerosi Multipla dall’ospedale Binaghi». Neuroriabilitazione è stata chiusa «e il personale assegnato al servizio centrale di Riabilitazione». In organico anche «un direttore che, a seguito di un’apposita convenzione stipulata nel 2018, era un docente dell’Università di Cagliari, il professor Marco Monticone, che in questi due anni non si è occupato di questioni assistenziali ed è stato a lungo assente con motivazioni varie». Secondo Meloni «i vertici dell’azienda (anche se magari negheranno per dovere d’ufficio), non erano proprio soddisfatti delle funzioni assistenziali svolte da Monticone che, a quanto pare, preferiva – comprensibilmente da un certo punto di vista – dedicarsi ai suoi compiti di ricercatore piuttosto che ai tediosi doveri di puro carattere assistenziale». L’esponente dei Riformatori quindi aggiunge che «le contingenze farebbero propendere per un non rinnovo della convezione». 

IN CONSIGLIO REGIONALE. Del tema si è occupato a più riprese anche Francesco Agus. Nella riorganizzazione  della rete ospedaliera 24 posti letto di Neuroriabilitazione, «rispetto ai 12 esistenti, sarebbero dovuti essere nella struttura complessa del Brotzu. Quasi 400.000 gli euro stanziati poi nel 2018 per la rimodulazione funzionale del Businco e la riorganizzazione degli spazi per l'accoglimento della struttura», scriveva a marzo dell’anno scorso, «invece i posti attualmente disponibili in Sardegna sono solo alcuni a Oristano e quelli afferenti al Mater Olbia. Sulla destinazione definitiva della struttura complessa vige la totale incertezza». 

Da allora poco è cambiato: l’azienda fa sapere che lo spazio dedicato al reparto attualmente non c’è, ma il personale segue i pazienti dove sono ricoverati. Agus e Meloni la vedono diversamente: parlano di continui trasferimenti per i casi più gravi. 

IL PROFESSORE. «Sono in malattia, non posso rispondere». Il tentativo di avere la versione di Monticone c’è stato. Più di uno. Il professore, contattato al telefono, prima si trincera dietro regolamenti interni – dell’Università e dell’ospedale – che non permetterebbero di parlare con la stampa. Poi, dopo essersi appuntato le domande,  chiede alcuni giorni per ponderare le risposte. Che non arrivano: il telefono squilla a vuoto e i messaggi restano unilaterali. 

Uno dei quesiti era: «Cosa può dire rispetto alle sue pubblicazioni scientifiche che sono stati ritirate dagli editori delle riviste?». Nel mondo della ricerca funziona così: docenti e ricercatori studiano, analizzano, elaborano tesi, che poi vengono riportate nelle testate specializzate accreditate e fanno accrescere la fama, garantendo la carriera. Monticone, che si occupa di malattie dell'apparato locomotore e medicina fisica e riabilitativa, a capo di un team di ricerca è autore di numerose pubblicazioni sulla materia. 

Dieci di queste, sulla gestione del dolore, sono finite sotto la lente di altri ricercatori, della Brunel University di Londra, guidati da Neil O'Connell. Il risultato del loro lavoro è stata pubblicato ad aprile del 2022 sulla rivista Pain. La loro tesi è: «Gli studi presentavano diverse incongruenze, inclusi dati che divergevano da quasi tutti gli studi simili». Inoltre sono stati rilevati «valori di significatività statistica impossibili e dati duplicati o molto simili ad altri studi del gruppo, sebbene gli studi fossero presumibilmente studi clinici separati». Insomma, i conti non tornavano.

IL RITIRO. Il mondo scientifico si è interrogato sulla bontà del lavoro di ricerca di Monticone. E le reazioni sono arrivate: almeno tre degli studi contestati sono stati ritirati. In due casi è intervenuta la rivista, in un altro la decisione è stata assunta dall’autore. Dei ritiri resta traccia. E su una delle testate si fa riferimento allo studio che ha smontato il lavoro del docente dell’ateneo cagliaritano: «Le preoccupazioni riguardano la registrazione retrospettiva della sperimentazione, la mancanza di chiarezza sul fatto che sia stato sviluppato un protocollo di sperimentazione e se un comitato etico di ricerca adeguatamente qualificato abbia valutato tale protocollo». Condivise le “preoccupazioni”, l’articolo è stato ritirato. Un altro testo scientifico è stato ritrattato dallo stesso Monticone «perché si è notato a posteriori un errore nella gestione dei dati. Gli editori e l'editore» della rivista, si legge nell’avviso,  «sostengono fortemente questa decisione» perché ci sono  «i risultati di una commissione internazionale indipendente». Che era stata nominata dopo l’intervento di aprile del team inglese. 

Il professore universitario Marco Monticone, ora in malattia,  è ancora direttore del reparto (che non c’è) di Riabilitazione del Brotzu. Mentre i suoi studi sono caduto sotto la scure della verifica. 

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