«Grazie a tutti per la solidarietà. Ma non basta. Perché passato il clamore, gli uomini sulle strade restano gli stessi. Sempre meno e sempre più a rischio. E l’aggressione di martedì potrebbe ripetersi domani». 

Luca Agati è segretario per Cagliari del sindacato autonomo di polizia, il  Sap. Conosce il gruppo dei Falchi e la squadra Mobile della Questura: ci lavora. E sono suoi colleghi gli agenti attaccati da un gruppo di stranieri in piazza del Carmine, durante un controllo antidroga (QUI LA NOTIZIA). 

Un episodio che ha suscitato molto scalpore e scatenato solidarietà e dichiarazioni, dal ministro degli Interni Matteo Piantedosi in giù.

Reazioni ben accette. Ma insufficienti, per Agati: «Quanto accaduto accende i riflettori sulle attività di contrasto alla microcriminalità in città. Un presidio fisso  non risolve i problemi», per Agati. La soluzione è «implementare le unità operative che ogni giorno  contrastano la microcriminalità: gruppi di lavoro che sono stati negli anni privati delle unità necessarie per lavorare in sicurezza». I Falchi erano dieci. Sono rimasti in quattro in tutta Cagliari. Pochi.

«Quanto accaduto è frutto dei continui tagli che la sicurezza ha dovuto subire negli anni», secondo il sindacalista del Sap,  «per combattere una criminalità così spregiudicata servono forze giovani, uomini motivati, e un numero di poliziotti congruo».

Solo la professionalità dei colleghi «ha evitato che altre persone si facessero male: la piazza era gremita anche di famiglie. Pur riportando importanti lesioni, hanno assicurato alla giustizia due spacciatori che pur di guadagnarsi l'impunità hanno reagito con inaudita violenza supportati da altri stranieri». 

Quindi, va bene la solidarietà, ma «la sicurezza non si fa a parole, servono azioni concrete». 

(Unioneonline/E.Fr.)

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