Un bimbo cagliaritano di 10 anni è stato contattato e importunato sui social da un adulto.

Un tentativo di approccio, accompagnato dall'invio di fotografie, che ha creato al piccolo "turbamento", al punto da non permettergli di dormire.

A riferire l'inquietante episodio è stato, sul suo profilo Facebook, Luca Pisano, psicologo e direttore dell'osservatorio Cybercrime Sardegna.

Il tentativo di adescamento, spiega lo stesso Pisano, è avvenuto su Tik Tok, social dedicato alla musica e ai video molto gettonato tra i giovanissimi.

INDIZI INQUIETANTI - Ed è ancora Pisano, che, sollecitando la madre del bimbo a segnalare l'episodio alla polizia postale, ha anche provato ad analizzare il profilo, anzi di profili, dell'uomo che ha cercato di contattare il piccolo, scoprendo che:

"il 90% dei suoi contatti (quasi 2000) è costituito da bambine e bambini; ha numerosissime foto (pubblicate sui suoi profili) di bimbi che giocano al parco; cerca di attirare l’attenzione dei bambini, ballando in mutande o indossando la maschera dell’uomo ragno o di Superman; cerca di ottenere la fiducia dei bambini, pubblicando i duetti dei suoi video che riportano da una parte se stesso che balla e dall’altra bimbi che danzano, seguendo il ritmo di una canzone".

Elementi inquietanti, che, dice Pisano, meritano la riflessione dei genitori, che sempre di più, oggi, devono prendere le dovute precauzioni per evitare di esporre a rischi i propri figli.

LE COLPE DEI GENITORI - "Perché i genitori odiano i figli al punto da esporli intenzionalmente a gravissimi rischi?", si chiede il direttore dell'Osservatorio.

E ancora: "Perché, - nonostante i ripetuti avvisi della Polizia Postale e della Procura Minorile, i corsi di formazione svolti dagli operatori socio sanitari e le informazioni reperibili sui giornali -, i genitori continuano a trattare i bambini come se fossero persone adulte in grado di confrontarsi con le insidie del mondo virtuale?".

Poi altre considerazioni: "Mentre sino a 15 anni fa, l’abuso all’infanzia era prevalentemente agito da genitori portatori di importanti disagi psichici e disturbi psichiatrici, ora, anche le persone normali hanno perso la capacità di proteggere i bambini".

PERICOLO COSTANTE - "C’è chi permette di aprire un profilo su Instagram o Tik Tok, chi lascia che il figlio tenga lo smartphone durante la notte, chi autorizza l’uso di videogiochi che permettono l’interazione con sconosciuti e chi pubblica le foto dei figli sui social network (fornendo indicazioni sullo stile di vita e i luoghi frequentati)".

E proprio dalle ricerche svolte dall’Osservatorio Cybercrime Sardegna, "quasi 4 bambini sardi su 10 vivono quotidianamente numerosi pericoli sul web".

Di qui l'appello alle famiglie affinché alzino il livello d'attenzione, per tutelare al meglio i propri bambini.

(Unioneonline/l.f.)
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