Acqua, la rete di Cagliari è un colabrodo: persi 21 milioni di litri al giorno
Spreco enorme: sarebbe sufficiente al fabbisogno di 70mila persone. Abbanoa: problema grave, è la nostra priorità. Farris: scarsa capacità gestionalePer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Roba da non crederci. Di tutta l’acqua immessa ogni giorno nei 380 chilometri di rete di distribuzione in città, oltre un terzo viene buttato via. Tradotto: ogni giorno gettiamo via per colpa delle condotte colabrodo oltre ventuno milioni di litri d’acqua. Stimando un consumo medio giornaliero di poco meno di 300 litri al giorno per ogni persona, si parla di un volume capace di soddisfare ogni giorno le esigenze idriche di oltre settantamila persone. A pagare il conto sono tutti i cagliaritani, indistintamente, perché si tratta di acqua potabile che ha già subito un costoso processo di depurazione. Benvenuti a Cagliari, la città dove la rete idrica fa letteralmente acqua da tutte le parti. Le condotte vecchie e usurate si aprono e, quando succede, interi quartieri restano ore, quando va bene, più spesso giorni, senza acqua nei rubinetti. Senza considerare l’acqua che si perde.
I disagi
È vero, va detto, il problema si verifica molto meno rispetto al passato (ma comunque sempre troppo spesso) dopo che Abbanoa sta mettendo in campo un piano per il risanamento generale dell’intera rete cittadina. «Stimiamo perdite per un terzo dell’acqua immessa in rete», spiega Gianluca Panduccio, responsabile dell’unità organizzativa complessa di Abbanoa. «La lotta contro le perdite», che è un problema nazionale, «rappresenta uno degli obiettivi principali di Abbanoa e gli investimenti in campo sono una testimonianza», sottolinea il presidente del consiglio di amministrazione, Giuseppe Sardu.
Tutto questo gigantesco problema delle tubature che si rompono ripetutamente è dovuto alle pessime condizioni delle tubature, specialmente nel tratto di rete finale, quello che porta il servizio fino ai rubinetti delle case dei cagliaritani. Sono gli acciacchi dell’età: per questa ragione sempre più spesso qualche tubo si rompe, provocando improvvisi allagamenti e di conseguenza le strade vengono chiuse al traffico. «Ogni anno le squadre di Abbanoa garantiscono in media circa 900 interventi di manutenzione che comprendono la banale riparazione di una perdita idrica, l’efficientamento di impianti o la sostituzione integrale di tratti di condotte», spiega il direttore generale di Abbanoa, Stefano Sebastio.
La dispersione
Il problema più grande è quello delle perdite. Si lega allo spettro della siccità, che per quest’anno, dopo le le piogge delle scorse settimane, lascia tranquilli. «Il rischio di restrizioni di acqua non c’è, né per fortuna non ci sarà. Un pericolo che non avevamo prima, tantomeno oggi dopo le ultime piogge», dice Gianluca Panduccio. Ma negli invasi c’è sempre il pericolo che il livello scenda sotto il “minimo” e allora l’occhio cade di nuovo lì, a quello che succede sottoterra. La dispersione della rete idrica: ovvero, quanta acqua viene persa dai tubi non arrivando alla destinazione finale. Come detto, i primi a pagarne le conseguenze sono le famiglie cagliaritane che, a turno, lamentano abituali irregolarità nell’erogazione idrica. Ma il danno economico lo paghiamo tutti, perché che si tratta di acqua potabile che ha già subito un costoso processo di depurazione. «Stiamo già predisponendo sistemi di regolazione di pressione che consentono di ridurre le pressioni dove queste non sono necessarie e far sì che le reti siano meno sollecitate», spiega ancora Panduccio, responsabile dell’unità organizzativa di Abbanoa.
«Un grande malato»
Sul piano delle reti idriche, Cagliari è come un paziente malato da molti anni. «Quando ero presidente dell’Autorità d’ambito», fino alla metà degli anni Duemila, quella che oggi è l’Egas, «avevamo a disposizione 800 milioni di euro per sviluppare un piano d’ambito delle opere», che interveniva proprio sulle perdite e sulla depurazione, spiega Giuseppe Farris, consigliere comunale di CiviCa 2024. «A distanza di una decina d’anni dalla scrittura di quel piano, molti interventi dovevano ancora essere effettuati. Se oggi abbiamo ancora questo grave problema delle perdite, significa che quello che è mancato non sono le risorse. Il problema è la gestione di tutti questi anni di Abbanoa, un gigante su piedi di argilla che non ha la neccessaria capacità gestionale e organizzativa».
Mauro Madeddu