Con la sua relazione la presidente della Corte d’appello Gemma Cucca introduce l’anno giudiziario alla presenza delle autorità, tra cui il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu e la vice presidente della Regione, Alessandra Zedda.

Fari puntati sulla pandemia, che ha caratterizzato e condizionato il periodo primo luglio 2020 – 30 giugno 2021 e “non si pensava sarebbe durata così a lungo”. Un anno con “la sospensione e il rinvio delle udienze, la ripresa graduale dell’attività da remoto o in forma scritta, poi di nuovo in presenza col green pass” tra controlli e, “nonostante la ritrosia di qualche dipendente”, risultati “sempre efficaci”. I problemi: le “note e gravi carenze dell’organico amministrativo, sempre più accentuate soprattutto a causa del gran numero di pensionamenti anche per il grave disagio vissuto per troppo tempo all’interno degli uffici”. Si fa ricorso alle applicazioni che però “creano disequilibri negli Uffici” da cui proviene il personale. Il recente inserimento di assistenti giudiziari e di cancellieri è stata una “boccata d’ossigeno” però “sufficiente per affrontare e superare le difficoltà, ormai eccessive. Senza il personale amministrativo, quello giudiziario non può lavorare compiutamente”.

La Corte d’appello di Cagliari se la cava con applicazioni da altri Uffici giudiziari della Sardegna, a Sassari invece mancano il dirigente amministrativo, uno dei due direttori, due funzionari contabili, quattro operatori e tre ausiliari. In Tribunale a Cagliari, il più grande dell’Isola, la situazione “è di rilevante gravità: l’età media è 54 anni con una presenza di 68 ultrasessantenni”, pari al 40% del personale. A dicembre erano presenti 139 dipendenti sui 218 previsti. A Sassari mancano il dirigente amministrativo, così che la gestione del lavoro “ricade interamente sul Presidente del tribunale”, un direttore e un Cancelliere del settore penale, due assistenti giudiziari e un operatore giudiziario del settore penale. Per una “improvvida riduzione operata dal Ministero, molto personale ha l’orario ridotto e fortissime limitazioni funzionali che rendono apparente una copertura di organico gravemente deficitaria”, così ci sono “serie difficoltà nella definizione del lavoro in tempi ragionevoli”.

A Nuoro manca da tempo il Dirigente amministrativo e le carenze di personale riguardano tutti i settori”. Inoltre è “critica la situazione del personale delle cancellerie”. A Oristano sono previsti 55 dipendenti: ce ne sono 41. A Tempio l’organico è “sottodimensionato rispetto al reale carico di lavoro”. Anche il lavoro a Lanusei è “fortemente condizionato dalle scoperture negli organici del personale amministrativo”. Manca il dirigente e il presidente del Tribunale svolge tutte le funzioni. Personale amministrativo sottodimensionato anche al Tribunale dei Minorenni di Cagliari (dove mancano 8 lavoratori su 28, compresi il direttore amministrativo e due funzionari) e Sassari (mancano i cancellieri, tre operatori, un autista e un ausiliario). Inadeguato l’organico della Cancelleria in Sorveglianza a Cagliari, calcolato su “carichi di lavoro antecedenti al 1998, notevolmente inferiori a quelli attuali”. La scopertura della pianta organica è “endemica”: mancano 9 tra direttori, funzionari, autisti, ausiliari e dirigente amministrativo. In Corte d’appello a Cagliari mancano tre magistrati e un presidente di sezione. Ci sono difficoltà “allarmanti” a Sassari: mancano 4 giudici su 23 e un altro giudice ha chiesto il trasferimento. Mel lavoro la scopertura è del 50 per cento. A Nuoro manca il presidente della sezione penale da giugno e manca un giudice. A Oristano ci sono 15 giudici, a Tempio nei primi nove mesi del 2021 erano presenti 9 dei 13 giudici previsti, sette dei quali di prima nomina. Oggi sono 13.

I locali del Tribunale di Cagliari sono sufficienti ad accogliere il personale di magistratura anche onoraria e quello amministrativo in servizio, ma la situazione logistica è “infelice: locali, anditi e scale sono angusti” e si rischiano assembramenti. Per l’archivio si sta ristrutturando la ex sede dei vigili del fuoco a Monastir. A Sassari i locali sono insufficienti, come le aule d’udienza. Non tutte hanno un impianto di registrazione, a volte obsoleto. Sarebbe da attuare “finalmente il progetto per destinare a uffici giudiziari l’ex carcere di San Sebastiano”. A Oristano l’edificio risale agli anni ’60 ed è in “generale stato di degrado”. Insoddisfacente il livello di assistenza tecnica informatica: nessun impianto per le udienze in videoconferenza.

I NUMERI – A Cagliari nelle cause civili tutto immutato, restano da definire 1730 processi come nel 2020; si riducono i ricorsi per la protezione internazionale, crescono separazioni e divorzi (un aumento “preoccupante” del 90 per cento). Sono aumentati negli ultimi anni anche i procedimenti in materia di Famiglia: l’emergenza sanitaria può aver “inasprito la conflittualità familiare”, che cresce anche “a causa della crisi economica aggravatasi per effetto della pandemia. In lieve riduzione i fallimenti (da 15 a 12), e le cause di lavoro e previdenza da (329 a 302). Nel settore sino al giugno 2020 sono stati definiti 1.020 procedimenti, dati “soddisfacenti” con la previsione di un miglioramento “quando l’attività giurisdizionale potrà essere ripresa a pieno regime e se e quando sarà aumentato l’organico delle Sezioni”. La durata media dei processi si mantiene sotto la soglia della Legge Pinto e “gran parte dei procedimenti viene definita in un anno”. Dal luglio 2020 “l’attività è ripresa in modo significativo e si è recuperata una parte dei processi non celebrata” in precedenza.

In Tribunale a Cagliari sono state portate a termine 8.180 cause civili rispetto alle 6.760 dell’anno precedente, con una pendenza passata da 18.901 a 17.267 affari. Sono state definite 2.210 cause di famiglia, i ricorsi per separazioni consensuali sono stati 656 (l’anno precedente erano stati 588) con 767 definizioni. Ben 137 le dichiarazioni di fallimento societario, rispetto alle 117 precedenti. Il numero di fallimenti dichiarati nel periodo di riferimento sono stati 137 (contro i 117 del periodo precedente). Sono aumentate le dichiarazioni di prescrizione, passate dalle 278 del periodo precedente a 591 (di cui 11 del Tribunale collegiale); nessuna estinzione del reato per condotte riparatorie; una sola pronuncia di non doversi procedere per particolare tenuità del fatto. I nuovi termini per esercizio dell’azione penale “comporteranno ancor di più nell’immediato futuro una maggior concentrazione di procedimenti dibattimentali nel medesimo periodo, soprattutto per i procedimenti a citazione diretta, incremento che il Tribunale con l’attuale organico di giudici, due scoperture al dibattimento, e di personale amministrativo, non è in grado di sostenere”. Per il processo a distanza ci sono solo due aule. 

I DATI SUI REATI – Diminuiscono i delitti contro la pubblica amministrazione (365 procedimenti contro 388, di cui 44 per peculato, 21 per corruzione e 3 per concussione); stabili le indebite percezioni di contributi (11); nessuna associazione a delinquere di stampo mafioso; otto gli omicidi volontari, come l’anno prima (due vittime sono donne); in netto aumento gli omicidi colposi e le lesioni colpose gravi o gravissime (139 rispetto a 68, di cui 21 per omicidio colposo semplice e 36 per omicidio stradale, 18 in più rispetto all’anno precedente); in costante e preoccupante aumento i delitti contro la libertà sessuale (237 contro 207); aumentano anche gli stalking (347 contro 260; numerosi i maltrattamenti in famiglia (539). “Si osserva un netto aumento di reati che derivano da situazioni di malessere sociali e problematiche individuali”.

Aumentano anche i processi per droga (524) e reati informatici (142); diminuiscono quelli contro il patrimonio (1847, di cui 8 per usura, 131 per rapina, 89 per estorsione, 57 per furto in abitazione, 23 per riciclaggio); stabili le bancarotte (12), crescono i falsi in bilancio; diminuiscono i procedimenti per riduzione in schiavitù e tratta di esseri umani (6); sono 93 i processi per inquinamento, rifiuti o contro l’ambiente e la salute delle persone; 171 per abusivismo edilizio; crescono quelli tributari (176). I dati sulla prescrizione sono positivi: 145 decreti di archiviazione, 310 proscioglimenti, 34 sentenze. Attendono di essere notificati 1.300 decreti penali di condanna e 887 processi a causa delle “gravi carenza di organico”. 

TRAFFICO DI DROGA – La criminalità organizzata sarda ha, come principale attività illecita, il traffico di droga. Da anni si è convertita. Nelle zone interne dell'isola non c'è - per ragioni demografiche, oltre che sociali - un rilevante mercato di consumo della droga. I trafficanti perciò riforniscono di droga quelli attivi nelle tradizionali aree metropolitane dell'isola. Un aspetto peculiare è la coltivazione di vaste piantagioni di marijuana con tecniche colturali sofisticate, comprensive dell'utilizzo piante geneticamente modificate per aumentare l'efficacia drogante.

C’è stata particolare attenzione al contrasto della sostanziale espropriazione di vie e spazi della città di Cagliari, destinati a "piazze" per lo spaccio di droga da parte di organizzazioni criminali. Ma è chiaro che l'azione repressiva di per sé non sarà sufficiente se non accompagnata dalla attività di tutti i soggetti pubblici e privati coinvolti nella cura e gestione della vita della comunità. Il traffico di droga pone in relazione gli esponenti della criminalità sarda con malavitosi appartenenti alle strutture criminali dedite al narcotraffico a livello nazionale ed internazionale. C’è il fenomeno della mafia nigeriana, strutture criminali che gestiscono direttamente anche in Sardegna il traffico di droga. Associazioni segrete con gerarchie e riti di affiliazione che garantiscono coesione e riservatezza. Sono dedite al narcotraffico e allo sfruttamento della prostituzione di giovani africane oggetto di tratta. Esercitano un penetrante controllo sul territorio col controllo di esercizi commerciali e locali di ristorazione. Sono spesso in contatto con la criminalità organizzata nazionale (soprattutto campana) e dispongono di autonomi canali di rifornimento dai paesi produttori delle diverse droghe. In termini generali, il traffico di droga è in espansione.

La criminalità organizzata si inserisce nei settori economici caratterizzati nell’Isola da alta remuneratività del capitale o dall’arrivo di pubblici finanziamenti. Si tratta degli investimenti immobiliari in alcune aree costiere di maggior pregio. Un altro ambito oggetto di particolare attenzione riguarda le attività delle persone appartenenti o comunque legate ai gruppi anarco - insurrezionalisti. La loro azione si rivolge essenzialmente contro le installazioni e le strutture militari del Distretto. 

FAMIGLIA E SCUOLA – “Occorrono maggiore semplificazione e minore burocratizzazione. Pare insufficiente intervenire efficacemente contro la violenza, in particolare sulle donne, se ci si limita a promulgare leggi, ma non si interviene combattendo certi radicati problemi culturali, adottando strategie politiche coinvolgendo tutti i soggetti – dalle scuole ai media agli operatori sanitari - e adottando misure preventive che, puntando sulla formazione, abbiano il fine di educare e sensibilizzare riconoscendo e realizzando le pari opportunità in ogni ambito della vita privata e pubblica. A cominciare dalla famiglia e dalla scuola. Reprimere solamente non è sufficiente. È necessario che i cittadini riacquistino fiducia non solo nei confronti della magistratura, ma anche dell’intero Stato. I magistrati non chiedono di lavorare meno, ma di lavorare meglio, anche attraverso una razionalizzazione normativa. I processi interminabili non sono da addebitare ai magistrati ma alla normativa che prevede talvolta percorsi ardui e lunghi anche a causa di rinvii di procedimenti, talvolta imposti dalla normativa spesso farraginosa. Troppo a lungo si è lavorato con organici assolutamente sottodimensionati. È necessario che i magistrati non siano autoreferenziali ma attenti alle esigenze della società, dimostrando di essere veramente autonomi e indipendenti, liberi da ogni forma di ideologia correntizia ed assolvendo ai doveri etici di disciplina con rigore morale ed umanità. L’improvvisazione, l’approssimazione e, soprattutto, la resa non può rientrare tra le nostre opzioni concepibili, soprattutto per i tanti cittadini onesti che con fiducia aspettano risposte alle loro legittime aspettative di giustizia. Dobbiamo essere tutti assolutamente uniti, consapevoli del ruolo unico essenziale che svolgiamo per gli altri. La legittimazione della magistratura e dei relativi collaboratori passa attraverso la professionalità, la dimostrazione di essere realmente e concretamente – in maniera onesta, umile, sobria, trasparente e comprensibile - al servizio della collettività, rifuggendo da ogni forma di protagonismo anche sui social per ridare la consapevolezza di vivere in uno Stato con una giustizia giusta, dove si può avere un processo giusto e magistrati giusti all’unico fine di garantire concretamente i diritti inviolabili del cittadino e dare credibilità non solo a noi ma all’intero Stato democratico”, è un altro passaggio della relazione. 

Maria Gabriella Pintus (L'Unione Sarda - Manunza)
Maria Gabriella Pintus (L'Unione Sarda - Manunza)
Maria Gabriella Pintus (L'Unione Sarda - Manunza)

CSM – Maria Tiziana Balduini, rappresentante Csm, ha illustrato l’ampliamento delle piante organiche nella magistratura in Sardegna, sottolineando il problema del numero di processi superiore alla soglia critica in sei tribunali dell’Isola e rimarcando il preoccupante aumento dei reati de Codice rosso (144). Gianfranco De Gesu, direttore dei detenuti e del trattamento del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ha annunciato l’arrivo di 248 giuristi nell’ambito del nuovo ufficio del processo, una squadra che “assisterà il giudice per avere risposte più celeri”, e l’assunzione di assunzione nel personale amministrativo. Maria Gabriella Pintus, procuratrice generale facente funzioni, ha ribadito l’incidenza del traffico di droga tra i reati in Sardegna, e ricordato il coinvolgimento di Graziano Mesina in un sodalizio attivo in quel campo: partecipazione che gli è costata la condanna a 30 anni alla base della sua latitanza durata oltre un anno e conclusa di recente “grazie al brillante risultato” dell’azione di ricerca “dell’Arma dei carabinieri”. 

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