Da domani saranno 362mila gli insegnanti delle scuole statali che svolgeranno la propria attività in didattica a distanza per effetto dell'ultimo Dpcm di Giuseppe Conte, rappresentano il 45% dei docenti in servizio.

Sono i numeri forniti da Tuttoscuola, secondo cui in aggiunta ai 265mila profe delle superiori, ci sono oltre 33mila docenti di seconda e terza media nelle Regioni rosse più altri 63mila insegnanti del primo ciclo e della scuola dell'infanzia bloccati in Campania dall'ordinanza di Vincenzo De Luca. Sono invece 4,7 milioni gli alunni che restano a casa, il 44% del totale.

L'età media dei 362mila insegnanti obbligati a lavorare a distanza è di 51 anni. Circa 75mila sono precari con contratto a tempo determinato, quasi tutti docenti che hanno conosciuto i loro alunni poche settimane fa, quindi avranno difficoltà in più. Inoltre, dovranno lavorare utilizzando una dotazione tecnologica acquistata a proprie spese, visto che a differenza dei colleghi di ruolo non possono fruire della Carta del docente per gli acquisti.

Passando al dato regionale, è ovviamente la Campania ad avere il maggior numero di insegnanti coinvolti, il 100% dei 93.539 in servizio. Seguono le Regioni rosse con percentuali tra il 46 e il 51% dei docenti coinvolti. La Regione con la minore percentuale di prof collegati in remoto è il Lazio, 32,4%.

La Sardegna è settima in Italia a livello percentuale, alle spalle di Campania, Calabria, Piemonte, Lombardia, Basilicata e Molise. Nell'Isola sono 8.964 i docenti impegnati nella didattica a distanza, il 35,6% dei 25.166 totali.

(Unioneonline/L)
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