Bottiglie di plastica e di vetro, buste, teli, contenitori di detersivi vuoti, confezioni di siringhe.

Nelle reti a strascico dei pescatori sardi ci finisce di tutto, persino pneumatici e cassette di latta.

Non è un’eccezione, è la norma. Le immagini che pubblichiamo arrivano dal mare sardo e anche dal Golfo di Cagliari: le reti, calate a una profondità tra i 250 e i 680 metri, assieme ai pesci catturano di tutto.

Plastica nelle reti a strascico assieme ai pesci (foto concessa)
Plastica nelle reti a strascico assieme ai pesci (foto concessa)
Plastica nelle reti a strascico assieme ai pesci (foto concessa)

Preoccupano soprattutto le plastiche destinate a sfaldarsi, che vanno a finire nella catena alimentare.

Le Università di Cagliari e delle Marche l’anno scorso hanno pubblicato una ricerca che lanciava l’allarme sulle microplastiche presenti nel gambero viola e negli scampi, pesci che spesso sono bersaglio della pesca a strascico.

Plastica nelle reti a strascico assieme ai pesci (foto concessa)
Plastica nelle reti a strascico assieme ai pesci (foto concessa)
Plastica nelle reti a strascico assieme ai pesci (foto concessa)

L’indagine è stata curata da Alessandro Cau, studio firmato anche da Claudia Dessì, Davide Moccia, Maria Cristina Follesa e Antonio Pusceddu.

(Unioneonline/L)

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