Botta, risposta e controrisposta tra l’Areus e il deputato del Pd Silvio Lai. Il caso è quello di una giovane infermiera, alla quale sarebbe stata negata l’assunzione perché incinta. Nella denuncia, il parlamentare spiega che la ragazza, in graduatoria, era stata contattata dall’azienda e aveva accettato la proposta di assunzione a tempo pieno ed indeterminato.

Poi il dietrofront: «Sarebbe arrivato», sostiene Lai, «per decisione del direttore generale dell'azienda sanitaria che comunicava ai sindacati, il 26 giugno, l'impossibilità a procedere all'assunzione a fronte del fatto che nella visita preassuntiva, pur essendo stata dichiarata idonea escluse temporaneamente le sole attività notturne e quelle dei mezzi di soccorso 118, la lavoratrice aveva dichiarato il suo stato di gravidanza di tre mesi». Una circostanza che, per il deputato, rappresenterebbe una grave discriminazione. 

La risposta dell’Areus non si è fatta attendere, spiegando che la decisione fosse indipendente dalla gravidanza della donna, di cui l’azienda non era nemmeno a conoscenza: «L'infermiera, pur essendo utilmente collocata nella graduatoria di concorso, presentava limitazioni in fase di visita preassuntiva». Poi la direzione aggiunge alcuni dettagli: «Nella relazione del medico competente, unico documento ufficialmente a disposizione del Datore di Lavoro, non si fa alcun cenno allo stato di gravidanza dell'infermiera, ma si parla esclusivamente di limitazioni alla mansione. Facile desumere, di conseguenza, come la direzione di Areus non potesse conoscere lo stato di gravidanza della professionista quando ha ufficializzato all'infermiera la sua mancata assunzione». 

Una tesi che non ha convinto Silvio Lai: «Areus si arrampica sugli specchi per tentare di giustificare l'ingiustificabile. Al momento della visita medica preassuntiva la donna in questione, visto lo stato di gravidanza di tre mesi, era risultata idonea, con le sole limitazioni del 118 e delle ore notturne. Peraltro, già precedentemente su richiesta della stessa Areus aveva accettato l'incarico. Non è vero, quindi, che nessuno sapesse che fosse in stato di gravidanza». 

Ma la vicenda potrebbe non essere conclusa, perché l’azienda ha fatto sapere di valutare «un'altra possibile adeguata collocazione per l'infermiera». E proprio a quest’ultimo proposito, si riallaccia il deputato del Pd: «Un consiglio: lo faccia subito senza tentennamenti e assuma quella donna transitoriamente con altro ruolo in attesa di poter riprendere quello che vergognosamente le è stato tolto».

(Unioneonline/L.Ne.)

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