Assassini, questi sono assassini della peggior specie. Non sono incendiari o, come li si definisce con superficialità, piromani. Chiamiamoli con il loro nome: assassini, stramaledetti assassini. Le immagini drammatiche che sono passate davanti ai nostri occhi nelle ultime ore ci hanno restituito una Sardegna che non sa scacciare i suoi fantasmi. I suoi incubi. Che non sa isolare i suoi figli peggiori. Criminali che vivono accanto a noi e che non vediamo o non vogliamo vedere. Sì, lo sappiamo chi sono, vero? E allora, facciamo in modo che si sentano braccati, che vivano nel terrore.

Devi sentire il fuoco che ti insegue. Devi provare la paura dei poveri animali che hai condannato a morte, il dramma di chi si è lasciato tutto alle spalle per scappare, scappare lontano dall’inferno che hai scatenato con le tue mani sporche di sangue. Ti vediamo, assassino, sappiamo chi sei e dove sei. Ti impediremo di farci versare altre lacrime sulla cenere calda dopo una vita di sacrifici.

Nella terra dei fuochi, la Sardegna, le statistiche, gelide quasi quanto il tuo cuore, giusto qualche giorno fa, ci avevano raccontato che quest’estate, bastardo assassino, ti eri risparmiato. Ma era solo un’illusione. Perché tu eri lì, nel tuo tugurio, ad aspettare il vento, ad aspettare il maestrale per scatenare il tuo istinto omicida. Guardati attorno, vigliacco. Ascoltalo il dolore di chi ha perso tutto. La casa, l’azienda, la stalla, il bestiame, la campagna, già provata da una primavera che non è più primavera e da un inverno che non è più inverno. Guarda in faccia quei sardi a cui hai strappato la voglia di ricominciare, a cui hai negato per sempre la speranza.

Per la “legge” una vita umana nel nostro civilissimo Paese vale l’ergastolo, 30 anni o giù di lì. Quanto costa uccidere la nostra Madre Terra, giorno dopo giorno, estate dopo estate? Per il codice penale è un reato ambientale da punire con una reclusione da 4 a 10 anni. Da 6 a 15 nei casi più gravi. Non è più accettabile. C’è un esercito che combatte una guerra contro un nemico che non è invisibile (sappiamo chi sei, ficcatelo nella testa) con una pistola a salve. Non servono i bla bla bla sui social, non serve fare i leoni solo per acchiappare qualche mi piace in più: i nostri governanti da oggi godranno meritate vacanze, ma ci piacerebbe sentire che a fine agosto il primo provvedimento sarà inasprire le pene per questi uomini che uccidono, consapevoli di farlo, la propria Madre e che, spesso, tornano sul luogo del delitto per commetterne altri. Questa è una sporca guerra, facciamo prigionieri, anche se non pagheranno mai abbastanza davanti a chi ha perso tutto in un amen. Davanti a chi ha lavorato la sera, la notte e il giorno dopo per spegnere un incendio mentre tu ne appiccavi un altro nella vallata opposta.

Ti prenderemo, maledetto assassino. Non sempre sappiamo cosa vuoi, perché lo fai. Non sappiamo se la notte riesci a prendere sonno. Ma sappi che devi stare vigile. Perché stiamo arrivando. La Sardegna ti ripudia. E non avrà pace sino a quando non ti saprà al sicuro. A scontare, speriamo per tutta la vita, la pena per le ferite mortali che hai inferto alla nostra Sardegna, alla nostra Terra che, maledetto assassino, è anche la tua.

Emanuele Dessì

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