Aree idonee, l'opposizione cambia strategia: la Pratobello in Aula sotto forma di emendamenti
Truzzu: «Da Todde atteggiamento ostile, questo l'unico motivo che ha impedito l'esame in Consiglio». Continua la protesta delle attivisteSe la legge di iniziativa popolare Pratobello 24 non viene discussa in Aula per volere della maggioranza, l’opposizione la porterà lo stesso sotto forma di emendamenti al dl 45 sulle aree idonee che riprenderà la discussione alle 17 di oggi. Lo annunciano i capigruppo dell'opposizione questa mattina durante una conferenza stampa per illustrare la nuova strategia.
«Abbiamo provato in tutti i modi a chiedere alla maggioranza di portare attenzione verso questa grande volontà popolare, questa proposta di legge firmata da oltre 200mila sardi e abbiamo sempre ricevuto una risposta negativa - ha spiegato il presidente di Fdi Paolo Truzzu -. Abbiamo provato con la procedura d'urgenza, abbiamo provato anche nel corso di diverse conferenze di capigruppo, abbiamo provato ieri in aula facendo numerosi appelli. Ma è l'atteggiamento ostile della presidente Todde l'unico motivo che ha impedito l'esame della Pratobello in Consiglio regionale».
«Poniamo una questione di metodo - ha chiarito Umberto Ticca per i Riformatori -, ossia due leggi che trattano la stessa materia devono essere necessariamente discusse in una seduta unica, perché altrimenti si tratterebbe di moltiplicare». Per i consiglieri del centrodestra la norma popolare non può «essere parcheggiata e ignorata per poi dire che è inutile perché è stata approvata un'altra norma».
Gli emendamenti presentati al testo sono in totale circa 1.700, di cui la maggior parte della minoranza, ostruzionistici, perché ogni partito ha presentato i circa sette emendamenti sostitutivi che dividono la Pratobello 24 e puntano a sostituirla con il ddl aree idonee: «Il nostro intento è portare la maggioranza e la presidente al ragionamento, dobbiamo discutere di ogni aspetto», incalza Truzzu. Non ha presentato emendamenti il gruppo di Forza Italia, che aveva abbandonato l'Aula all'inizio della discussione generale, ma rientreranno per il dibattito: «Rientriamo in aula e annunciamo che chiederemo il voto palese per ciascun emendamento - dice Angelo Cocciu -, ma non vogliamo essere collegati e ricordati vicini a questa norma».
La protesta delle attiviste
Dopo aver trascorso la notte nell'Aula del Consiglio regionale, prosegue la protesta delle donne che sostengono la legge di iniziativa popolare Pratobello 24. Il gruppo non si è mosso dalle tribune del pubblico in attesa della seduta che comincerà alle 17. Nella notte la più anziana, 80 anni, ha deciso di andare via. Dopo le pizze portate ieri sera dagli assistenti, questa mattina è stata offerta loro la colazione.
«Con coraggio e determinazione, ci siamo riunite nel palazzo del Consiglio regionale, un gesto di protesta contro la totale indifferenza della presidente e della sua Giunta - scrivono in una nota diffusa questa mattina -. La Pratobello 24 rappresenta non solo la speranza di preservare il nostro ambiente, ma un baluardo contro il vorace sfruttamento delle risorse che minaccia di offendere la bellezza della nostra terra. Ciò che abbiamo visto in questo Consiglio è stato un teatrino ingiustificabile - aggiungono -. Non possiamo più tollerare una classe dirigente che ignora la volontà popolare e il sacrificio di donne e uomini che lottano pacificamente per poter vivere in una terra libera».
Poi la puntualizzazione: «Dalla maggioranza, solo il presidente Comandini e il consigliere Di Nolfo, durante la notte, ci hanno portato un saluto, segno di rispetto e barlume di speranza in questo clima di ingiustificabile disinteresse. Ma - chiariscono - non possiamo accontentarci di gesti isolati, abbiamo bisogno di una risposta collettiva e coesa da parte di tutte le forze politiche».
«Un silenzio assordante da parte della giunta regionale - insistono -. Durante la seduta, non un solo membro ha avuto il coraggio di riconoscere la nostra presenza e il nostro sacrificio. Il loro silenzio non è solo assenza di parola, ma un chiaro segnale del disinteresse per le comunità che lottano per i propri diritti e per il futuro della Sardegna. Siamo deluse, ma non intimidite. Questa indifferenza alimenta solo la nostra determinazione a proseguire».
(Unioneonline/D)