Era il 14 dicembre dello scorso anno quando il presidente della Croce Rossa italiana al microfono del Tg di Videolina annunciava la raccolta di quasi 5 milioni di euro arrivati attraverso l'attivazione del numero 45500, uno dei tanti gesti di straordinaria generosità che seguirono quei drammatici giorni del dopo alluvione. Una partecipazione collettiva, il coinvolgimento di un'intera nazione al dramma che la Sardegna stava vivendo. Due euro alla CRI attraverso un sms da tutti i gestori di rete mobile. Una cifra importante, inaspettata raccolta in meno di 20 giorni.

Un anno dopo, 18 novembre 2014, la pubblicazione del bando che quelle risorse le distribuisce. Dopo 365 giorni si è arrivati ad una intesa Croce Rossa-Protezione civile-Regione, quest'ultima incaricata di predisporre il software con la griglia per compilare le domande.

La commissione istituita da Croce Rossa ha poi stabilito i criteri per l'assegnazione delle donazioni: i familiari o conviventi delle vittime dell'alluvione purché residenti in Sardegna; le famiglie la cui abitazione principale sia stata colpita dall'alluvione e soggetta a sgombero; i beni mobili registrati ad uso privato danneggiati dall'alluvione, per esempio le auto. Alla chiusura del bando, 31 dicembre 2014, la Protezione Civile della Sardegna si occuperà della gestione informatica delle domande pervenute e della compilazione dell'elenco degli aventi diritto, nonché dei rapporti con i Comuni.

Tutto deciso a Roma senza nessun coinvolgimento con i Comitati regionale e provinciali che in questa partita solidale non hanno avuto alcuna voce in capitolo.

Quanti giorni, mesi, anni passeranno ancora prima che le risorse cosi generosamente raccolte arrivino a destinazione?
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