Alcoa, tensione a PortovesmeDomani la Sardegna si ferma
Momenti di tensione nello stabilimento Alcoa di Portovesme, nel Sulcis Iglesiente: appena rientrati dalla trasferta a Roma, i circa 500 lavoratori hanno allontanato i tre dirigenti aziendali presenti nella fabbrica ed è scoppiato un piccolo tafferuglio. Secondo quanto si è appreso, nella tensione generale alcuni operai sarebbero rimasti contusi agli arti inferiori e superiori ed un auto è stata danneggiataPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Dopo l'intervento di una volante del Commissariato della Polizia di Stato di Carbonia nello stabilimento la situazione è tornata sotto controllo, anche se la tensione resta alta in vista dell'incontro di lunedì prossimo a Roma. A scatenare il tafferuglio sarebbe stata la disperazione sta prendendo il sopravvento. Intanto ci si prepara per lo sciopero generale della Sardegna, proclamato da Cgil, Cisl e Uil. Domani per il corteo a Cagliari i lavoratori Alcoa arriveranno con tre autobus che partiranno la mattina presto dallo stabilimento di Portovesme.
'PRESIDIO SOCIALE'. "Non è pensabile che a fronte di un impegno costante dello Stato nei confronti di realtà produttive, quali l'industria automobilistica e metallurgica pur nella difficile crisi economica che attanaglia le economie di tutto il mondo, si assista alla progressiva dismissione di stabilimenti".Lo ha detto il presidente del Senato Renato Schifani nel suo intervento al convegno organizzato dalla Fondazione Sussidiarietà. Schifani ha sottolineato come tali stabilimenti "rappresentano, in alcune aree storicamente ancora più fragili, quali la Fiat di Termini Imerese e l'Alcoa di Porto Vesme, un vero e proprio presidio sociale". "Agli operai di questi siti che rischiano il posto di lavoro - ha aggiunto - va tutta la nostra solidarietà e vicinanza nella loro battaglia per la difesa di un bene primario di così grande rilevanza sociale. A fronte di un impegno delle istituzioni che nel tempo hanno concesso forme di agevolazione, investimento, incentivo, non si può rispondere con il disimpegno".
L'EUROPA TUTELI IL LAVORO - Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha auspicato che, in merito alla vicenda Alcoa, ci sia da parte della Commissione Europea "un via libera al provvedimento approvato dal Governo e all'esame del Senato, finalizzato a agevolare in termini economici il mantenimento nel nostro paese di quel presidio industriale a capitale estero". Secondo il presidente del Senato "anche l'Europa non deve arroccarsi su mere regole ragionieristiche che guardano esclusivamente al profitto industriale". La libertà di mercato, a volte, osserva Schifani, "deve misurarsi con la tutela dell'imprescindibile valore sociale del lavoro e della sua salvaguardia".
CALDEROLI, ‘UN FURTO’. Se l'Alcoa chiudesse gli stabilimenti italiani "sarebbe un furto". E' l'opinione del ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, il quale invita a provare "a fare dei conti su quanti sostegni ha ricevuto negli ultimi cinque anni e come sta ripagandoli". "Mi spiace dover verificare - ha aggiunto Calderoli - che i tanti incentivi erogati nei confronti delle imprese avessero carattere strutturale e quindi destinati a durare nel tempo e mantenere uno stato occupazionale. Se uno prende degli aiuti strutturali e poi scappa, sta rubandoli", ha concluso il ministro.