Alcoa: sindacati, risolto il problema dell'energia
"Impedire la chiusura degli stabilimenti in Italia". I sindacati di Alcoa fanno fronte comune contro il progetto del colosso americano dell'alluminio e in una nota sottolineano che "tutte le autorità competenti hanno riconosciuto che l'applicazione delle misure predisposte dal Governo portano, a partire dal primo gennaio 2010, ad un costo dell'energia compreso in una forbice tra i 28 e i 32 Euro/MwhPrezzo quindi completamente allineato con quello medIo europeo. Pertanto, a nostro giudizio, il Governo ha risposto in modo efficace alle richieste poste da Alcoa e sostenute dalle Organizzazioni sindacali". Le segreterie nazionali di Cgil, Cisl, Uil, Fim, Fiom e Uilm ribadiscono quindi che "la questione dei costi dell'energia per Alcoa è quindi risolta" ma l'azienda "non ha voluto riconoscere questi risultati" e "sostiene che permarrebbero ancora aspetti critici che potrebbero non garantire nel tempo questi risultati, a partire dalla verifica di legittimità della Commissione Europea. Secondo il Governo, questa eventualità non sussiste in quanto non si tratta, evidentemente, di aiuti di Stato. L'Azienda ha chiesto di avere ancora una decina di giorni di tempo per ulteriori verifiche ma, contemporaneamente, intende avviare immediatamente la procedura per la Cassa integrazione per i lavoratori dei due stabilimenti di Portovesme e Fusina". Secondo le sigle, "risultano evidenti, quindi, la strumentalità degli argomenti dell'Azienda, la volontà di un suo disimpegno produttivo in Italia e la malcelata intenzione di chiudere gli stabilimenti".
IL GOVERNO SI E' IMPEGNATO - "Il Governo - spiegano ancora i sindacati - attraverso il ministero dello Sviluppo Economico, si è impegnato a mettere per iscritto, in una lettera che invierà alle parti, i risultati della corretta applicazione delle nuove misure per l'energia e a riconvocare le parti entro 10 giorni". Per le sigle, quindi, "resta fermo il rifiuto di accedere alla Cassa integrazione e alla fermata degli impianti che metterebbe a rischio la ripresa produttiva nei due siti in Italia. Le organizzazioni chiedono che, assieme al Ministero dello Sviluppo Economico, il Governo, ai massimi livelli politici, si attivi per costringere Alcoa a mantenere l'impegno produttivo in Italia e a garantire, in ogni modo, la continuità produttiva dei siti di Portovesme (Carbonia-Iglesias) e Fusina (Venezia)". Per il raggiungimento di questi obiettivi, la mobilitazione dei lavoratori "continuerà con ulteriori iniziative, nei prossimi giorni, a Portovesme e a Fusina, a partire dalle assemblee che saranno convocate nelle prossime ore, con iniziative che coinvolgano le comunità e le istituzioni locali e con una manifestazione nazionale a Roma"