In molti se la prendono con le compagnie aeree, come se fossero le uniche responsabili del disastro della continuità territoriale. In realtà, i signori dei cieli, in Sardegna, hanno da sempre cercato di speculare a piene mani, con monopoli e ricatti di ogni genere. La continuità territoriale serviva per questo, fermare le speculazioni e garantire un diritto inalienabile, quello alla mobilità in una regione insulare. La storia di questi ultimi vent’anni è un’enciclopedia di incursioni sistematiche delle compagnie aeree nei palazzi di Stato e regionali per tentare di impedire in ogni modo la tutela del servizio pubblico di collegamento aereo da e per la Sardegna. Mai, però, si era arrivati ad un conflitto d’interessi come quello scatenato nell’ultima continuità territoriale, quella che in un attimo ha decimato frequenze e voli, cancellando la più importante conquista degli ultimi anni, la tariffa unica per “residenti” e “non residenti”.

Costituzione violata

Il primo grave errore è stato quello di cedere su un tema così dirimente come quello della tariffa unica, facendo venir meno il più importante riconoscimento del principio insulare, conquistato quando la Costituzione non ne faceva richiamo alcuno. Per assurdo la Regione e lo Stato, il decreto è adottato dal Ministro delle infrastrutture su proposta del Presidente della giunta regionale, hanno ceduto sul punto più importante quando il Parlamento riconosceva il diritto della Sardegna alla cancellazione dei divari insulari. Ma chi ha difeso quel principio in sede comunitaria, sempre che ci fosse da difenderlo, visto che era in vigore dal 2013 senza che nessuno abbia mai sollevato rilievi? Si è detto che ci sarebbero delle mail di funzionari dell’Unione Europea con le quali sarebbero state mosse delle obiezioni. Nella pubblica amministrazione, soprattutto dinanzi ad un diritto riconosciuto dalla Costituzione, le mail sono carta straccia, non contano niente.

Il passo falso d’Europa

La procedura è chiara: la Regione adotta la sua continuità territoriale, il Ministro la convalida e la invia a Bruxelles. Tutto questo con passaggi formali: delibere e decreti. La Commissione Europea, il Commissario ai Trasporti, a quel punto può aprire una negoziazione con lo Stato e la Regione. Se l’Europa, però, dovesse ledere i diritti della Sardegna e dei sardi ci sono i tribunali, dal primo all’ultimo, da invocare per difendere il diritto alle pari condizioni tra territori e cittadini. In realtà tutto questo non è mai avvenuto.

Legali di Ita & Regione

È qui il vulnus più grave di questa vicenda: la Regione per definire la nuova continuità territoriale, il disastro odierno, si è affidata ad un «Servizio di assistenza giuridica e supporto tecnico per la definizione di un nuovo regime di continuità territoriale aerea, con obblighi di servizio pubblico, sulle rotte da e per la Sardegna». L’affidamento dell’assessorato ai trasporti è diretto. In pratica nessuna gara. Si sceglie uno studio: «un primario Advisor con significativa esperienza nel settore». Nell’incarico c’è anche un addendum, per un supporto alle valutazioni economiche della gara d’appalto.

Sparita la tariffa unica

In quella proposta di nuova continuità sparisce di punto in bianco il nemico numero uno delle compagnie aeree: la tariffa unica, elemento imprescindibile del riconoscimento del diritto universale alla mobilità. Nonostante il rischio dichiarato su più fronti, con la scusa che sarebbe stato un bando temporaneo, la Regione va avanti incurante della rinuncia ad un diritto fondamentale, da estendere semmai dai 9 mesi ai 12, ma non certo da annientare senza colpo ferire come regalo alle compagnie aeree. Il risultato è un disastro. In base a quella gara si accerta che la previsione di spesa del bando di gara era totalmente campata per aria, visto che Volotea si aggiudica la gara con un ribasso di oltre il 40%. Il misfatto, però, si consuma qualche giorno dopo quando Ita, la compagnia di Stato, impugna il bando di gara e le aggiudicazioni a Volotea.

Conflitto d’interessi

Quando i Giudici del Tar Sardegna stanno per esprimersi sul contenzioso, in piena aula di Tribunale, lo scontro tra legali si fa durissimo, tanto che le toghe della Regione fanno esplodere il caso del conflitto d’interessi senza precedenti. Gli avvocati di Ita, infatti, appartenevano allo studio legale che aveva sottoscritto qualche mese prima la consulenza giuridica con la Regione per scrivere la nuova continuità territoriale. In pratica, nel cuore del trasporto aereo di viale Trento, aveva operato nientemeno che lo studio legale di una delle compagnie aeree concorrenti. Non è dato sapersi se l’Assessorato dei Trasporti, come era doveroso, ha mai segnalato tale situazione agli organi competenti, di certo l’avrà dovuto fare l’Avvocatura regionale vista la gravità dei fatti emersi nel dibattimento.

Errare humanum est

A fermare la Regione non è bastato il “peccato originale” di questa continuità territoriale, fallita ancor prima di nascere. Due mesi fa la stessa gara, con le stesse cifre, con le stesse identiche condizioni del fallimento appena registrato, è stata ripubblicata senza alcuna modifica. Come dire: errare humanum est, perseverare autem diabolicum. Insomma, anche nei cieli sardi perseverare è diabolico.

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