Addio al viaggiatore mordi e fuggi: i turisti cercano la “vita autentica”
Dal pranzo coi pastori e i corsi di culurgionis al tour sulle orme di Grazia DeleddaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
L’appuntamento di venerdì prossimo è andato tutto esaurito ormai da giorni, e per le prossime lezioni in calendario non sono tanti i posti rimasti.
Il corso per imparare a fare i culurgionis ogliastrini è un’esperienza tra le più ambite dai viaggiatori. Va così a Cagliari, nella casa-laboratorio di Damiano Usala, dove lo chef amatoriale spiega, sulla piattaforma di Airbnb, di aver «imparato la ricetta dalla mia bisnonna di Jerzu». E va così in tutta l’Isola, dove si moltiplicano le lezioni casalinghe sulla lavorazione della pasta, del pane e dei dolci.
È un esempio di quello che si chiama turismo esperienziale, tendenza che altrove è ormai diventata marketing di proposte sempre uguali, mentre in Sardegna – dove la denominazione ha attecchito solo da qualche anno – sembra conservare ancora un senso.
Airbnb ha riportato la tendenza su una piattaforma internazionale e capillare grazie alla sua rete di host; ma è un fenomeno partito dal basso, dall’offerta di escursioni su sentieri poco battuti, di lezioni nelle botteghe artigiane, di degustazioni offerte dai produttori, di visite al frantoio e in vigna, di inviti ad assistere alla preparazione dei riti tradizionali.
L’evoluzione ragionata e compiuta del pranzo col pastore a Orgosolo, della notte passata nel pinnetu sul Supramonte, della lezione di tessitura a Mogoro o a Nule.
L’articolo completo di Piera Serusi sull’Unione Sarda oggi in edicola e sull’App Digital