L’attore Robert De Niro alla sbarra a New York dopo che una sua ex assistente gli ha chiesto i danni per discriminazioni di genere. «Un bullo sessista che aveva trasformato la sua giornata di lavoro in un inferno», così lo ha descritto Graham Chase Robinson. La donna punta il dito contro il divo dopo che lui, due volte premio Oscar, a sua volta l'ha accusata di aver rubato milioni di miglia di programmi frequent flyer e di aver passato le giornate su Netflix, al posto di lavorare.

Robinson, oggi 41enne, è stata alle dipendenze di De Niro dal 2008 al 2019 e al momento del licenziamento era vicepresidente per la produzione e le finanze, incarico retribuito con uno stipendio di 300 mila dollari all'anno. «Mi sottopagava, faceva commenti sessisti e mi assegnava compiti stereotipicamente femminili», ha spiegato lei, che ora chiede 12 milioni di dollari per aver subito «gravi danni emotivi e alla reputazione». La società di De Niro, Canal Productions, ne vuole a sua volta sei accusando la donna di aver trasferito l'equivalente di 450 mila dollari in miglia di viaggi aerei sul suo conto personale e di aver speso decine di migliaia di dollari in cibo, viaggi e altri servizi non legati al suo impiego.

De Niro, contrario all’accusa, in tribunale ha perso le staffe più volte. «Tutte sciocchezze», il suo commento. Secondo la sua versione le mansioni della donna includevano tenergli l'agenda, organizzare i viaggi e acquistare regali per amici e parenti. L'ex assistente contrattacca: le faceva rammendare i vestiti, fare il bucato e a volte addirittura grattargli la schiena. «L'ho sempre chiamata in ore decenti fuori dall'orario», ha replicato De Niro alle accuse di Graham che sostiene di essere richiesta «in ogni ora del giorno e della notte». Unica ammissione dell’attore: «una volta la chiamai alle 4 del mattino ma avevo le mie buone ragioni: mi ero spaccato la schiena cadendo dalle scale».

(Unioneonline/v.f.)

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