Il demonio è arrivato in città, corrompe le anime pure e per cacciarlo serve l’esorcista. Che sta già lavorando, all’insaputa di tutti tranne che di chi ha bisogno della liberazione. Accade, pare, nella chiesa Nostra Signora del Carmine in viale Trieste, dove l’uomo demandato a compiere il gravoso compito sarebbe il sacerdote Willy Singo Shaba.

Nelle cassette

È il delirante contenuto di diversi volantini anonimi diffusi in città e all’interno della stessa chiesa a partire dallo scorso marzo, documenti stampati in più copie identiche tra loro nei quali qualcuno – che si guarda bene dal rivelarsi – sostiene di voler mettere «a conoscenza dei fedeli» che «il nuovo parroco di colore esercita il ministero dell’esorcismo in maniera illecita e abusiva», dunque sarebbe opportuno fare «fare attenzione a donne, bambini e anziani». Inoltre, raccomanda l’anonimo delatore, «non date soldi per la suddetta attività». Una “denuncia” scritta con caratteri in stampatello su più fogli A4 comparsi nei contenitori esterni dove normalmente vengono depositati gli annunci pubblicitari in via Pola, in via Bruscu Onnis e in via Asproni ma anche in tre diverse cassette in legno dentro la parrocchia destinate normalmente alle offerte dei fedeli.

La vernice rossa

Sulla vicenda, che risale ai primi giorni dello scorso marzo, il parroco – originario del Congo e arrivato nel capoluogo lo scorso 20 settembre dopo aver trascorso 8 mesi a Sassari – ha presentato subito una denuncia in Questura da dove immediatamente dopo è partita la segnalazione alla Procura della Repubblica. «Perché lo fanno? Non lo so, sto cercando una risposta», ha detto ieri al cronista il prete nel che, segnalare l’episodio, ha anche riferito alla Polizia di un altro episodio avvenuto qualche mese prima, forse slegato dagli ultimi accadimenti ma sui quali comunque è presumibile siano svolti ulteriori accertamenti. A novembre sul muro, sul portone di ingresso e sul sagrato della chiesa ha fatto la sua comparsa «un grosso cerchio con all’interno una lettera A» tratteggiato «con uno spray di vernice rossa», ha spiegato il responsabile della parrocchia: l’universale simbolo dell’anarchia. Non di poco conto il danno provocato dai vandali, considerato che «per il ripristino» dei tre arredi macchiati ancora a marzo erano in corso «pratiche» burocratiche «con la direzione centrale del Fondo edifici, culto soprintendenza beni culturali e compagnia di assicurazione» per ottenere i fondi utili al loro ripristino.

Inchiesta aperta

Poi, trascorsi circa quattro mesi, ecco le «voci e gli scritti diffamanti e non veritieri nell’amministrazione della parrocchia» secondo cui il prete praticherebbe l’esorcismo «in maniera illecita e abusiva». Un avviso che l’anonimo sostiene essere stato «esteso alle autorità competenti: Provincia carmelitana, Curia vescovile, Procura». Quindi la magistratura avrebbe ricevuto una duplice segnalazione: da chi denuncia ipotetiche pratiche sovrannaturali in chiesa; e da don Singo Shaba, che sostiene siano tutte falsità. Gli inquirenti hanno aperto un fascicolo contro ignoti per diffamazione che vede come parte lesa il parroco.

«Infangano senza motivo»

«I fedeli sono rimasti molto male per quanto accaduto», ha detto il parroco, «non so perché infanghino le persone senza motivo. I segni con la vernice rossa sono comparsi quando ero qui da pochi giorni, poi a marzo un parrocchiano è venuto e mi ha detto dei volantini. Dicono che chiedo soldi ai bambini. Sono choccato». Il vescovo è stato avvisato e ora «tutto sembra più tranquillo», intanto però la Polizia indaga.

Andrea Manunza

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