Il dossier è di quelli riservatissimi. Tenuti sotto traccia nei meandri della burocrazia amministrativa e giudiziaria. Una vera e propria rete di rapporti, relazioni, poteri forti e affari tutti consumati sui cieli della Sardegna, da sempre terra di conquista per chiunque ambiva collegare l’Isola con il resto del Continente. Intrecci d’alta quota, il più delle volte percepiti, qualche altra volta provati da documenti inchiodanti. Di certo le compagnie aeree di Stato, Alitalia prima e Ita dopo, hanno sempre tentato, il più delle volte riuscendoci, di mettere nel proprio carniere la ricca, anzi ricchissima, continuità territoriale da e per la Sardegna.

Guerra alla continuità

L’hanno, da sempre, osteggiata in ogni modo, nei tribunali e nelle aule parlamentari, nei gangli dei governi, di tutti i colori, e persino insinuandosi nei meandri della burocrazia. Un ostracismo palese e sotterraneo, spavaldo e arrogante. Negli ultimi dieci anni di collegamenti aerei dagli aeroporti sardi con il resto del Paese l’Alitalia, il colosso dei debiti volanti, si è messa nelle tasche “bucate” la bellezza di oltre 400 milioni di euro, tutti usciti dalle laute casseforti della Regione sarda. Denaro pubblico che si aggiungeva, senza alcun motivo, ai già esorbitanti guadagni provenienti dai biglietti dei milioni e milioni di passeggeri in transito dall’Isola al continente e viceversa. Nessuno dei poteri forti voleva un sistema in grado di calmierare la grande speculazione che sino al 2002 si era consumata sui cieli della Sardegna senza alcun minimo argine al monopolio di Stato. Per le compagnie aeree, Alitalia per prima, era meglio un monopolio trasformato in una grande slot machine per un’Isola che non aveva altre possibilità di muoversi se non l’aereo o la nave. E non è un caso che in cielo e in mare si sia registrato il più grave freno allo sviluppo della Sardegna.

Dossier scottante

Per questo motivo il dossier di cui siamo venuti in possesso è molto di più di un carteggio amministrativo e giudiziario. Al suo interno si registrano intrecci e rapporti, tenuti segreti e non dichiarati, preclusi negli atti e probabilmente omessi nelle dichiarazioni collegate ai contratti. Le vicende giudiziarie di queste ultime settimane sulla continuità territoriale hanno, però, aperto una crepa profonda all’interno del sistema aereo sardo e non solo. I dossier, una volta verificati, sono divenuti esplosivi per i riscontri oggettivi e documentali a cui li abbiamo sottoposti. L’affermazione potrebbe sembrare forte, ma le carte la rafforzano: dal 2017 ad oggi, la Regione sarda ha affidato l’elaborazione, le analisi economiche e finanziarie, le procedure, le trattative comunitarie per la continuità territoriale nientemeno che agli avvocati e ai consulenti economici prima di Alitalia e ora di Ita.

Nomi e cognomi

A rivelarlo sono i documenti di cui siamo entrati in possesso, provenienti da più fronti, dalle casseforti degli incarichi legali e di consulenza dell’Alitalia e di Ita, sino ai contratti a trattativa diretta tra la Regione Sardegna e gli stessi avvocati delle compagnie aeree di Stato. Nomi e cognomi riscontrabili nella sovrapposizione dei ruoli: da una parte legali e consulenti di Alitalia e Ita e dall’altra estensori delle procedure e delle analisi per la continuità territoriale della Sardegna per conto della Regione. Non è dato sapersi se l’amministrazione regionale fosse a conoscenza di questa sovrapposizione d’interessi e di incarichi, di certo in tutti gli atti nelle nostre mani non si rileva una dichiarazione in tal senso. In pratica studi legali e consulenti avrebbero omesso di dichiarare che nello stesso momento in cui scrivevano, per conto dell’Assessorato dei Trasporti, le regole, le analisi dei costi e dei servizi per la continuità territoriale svolgevano parallelamente il copioso ruolo di legali e consulenti della compagnia aerea di Stato.

Non un fatto occasionale

Quello che emerge non sarebbe un fatto occasionale, visto che dal 2017 ad oggi sono diversi gli atti d’incarico affidati a trattativa diretta stipulati dalla Regione con le stesse società e gli stessi professionisti di cui si avvaleva prima Alitalia ed oggi la stessa Ita. Si tratta di studi legali e società di consulenza, da sempre ingaggiati dalla compagnia aerea di Roma, il cui pedigree è da top legal internazionale.

Appalto alle toghe

In un mondo sempre più affidato a donne e uomini in toga è, per dirla senza incorrere in rischi giudiziari, alquanto singolare che la continuità aerea della Sardegna sia stata “affidata” proprio a coloro che sull’altro versante difendevano la compagnia di bandiera. Sovrapposizioni di ruoli che non possono essere eluse da flebili motivazioni secondo le quali gli studi e le società di consulenza sarebbero composte da decine di avvocati e analisti. Quegli incarichi, sia dalla Regione che dalle compagnie aeree, sono stati affidati, in cambio di parcelle con tanti zeri, alle stesse rappresentanze legali, così come riportato negli atti di cui disponiamo le copie protocollate.

Il conflitto d’interessi

L’obbligo della notifica del “potenziale” conflitto d’interessi, disciplinato da norme speciali, è un elemento chiave in tutta questa vicenda. Il primo quesito è dirimente: i potentissimi consulenti legali, incaricati dall’amministrazione regionale a trattativa diretta, al momento della firma del contratto pubblico, hanno dichiarato alla Regione di svolgere il ruolo di legali per le stesse compagnie che avrebbero concorso direttamente alle gare d’appalto per la continuità territoriale? Si tratta di un passaggio dirimente della vicenda. E’ evidente che se lo avessero reso noto, con tanto di dichiarazione giurata, sarà la Regione a dover spiegare la ragione per la quale ha affidato di fatto le sorti della più importante gara d’appalto della Sardegna proprio ai legali e alle società di consulenza di Alitalia e Ita. Il rischio corso dall’amministrazione sarebbe stato un po’ come quello del contadino che affida alla volpe la progettazione e allestimento della recinzione del pollaio.

Il codice forense

Limitandoci alle sole norme che regolano l’attività forense, se fossero stati gli avvocati a non dichiarare il conflitto d’interessi, si porrebbe certamente il caso di una potenziale violazione dell’art. 24 del codice dei legali che stabilisce: “L’avvocato deve astenersi dal prestare attività professionale quando questa possa determinare un conflitto con gli interessi della parte assistita e del cliente o interferire con lo svolgimento di altro incarico anche non professionale”. Le disposizioni sono chiare e senza sotterfugi: «Il conflitto di interessi sussiste anche nel caso in cui il nuovo mandato determini la violazione del segreto sulle informazioni fornite da altra parte assistita o cliente, la conoscenza degli affari di una parte possa favorire ingiustamente un’altra parte assistita o cliente, l’adempimento di un precedente mandato limiti l’indipendenza dell’avvocato nello svolgimento del nuovo incarico».

Il silenzio negli atti

E, infine, un obbligo che non risulta in alcun modo riportato negli atti deliberativi della Regione:«L’avvocato deve comunicare alla parte assistita e al cliente l’esistenza di circostanze impeditive per la prestazione dell’attività richiesta». Gli incarichi dell’amministrazione regionale per la predisposizione della continuità territoriale aerea risultano tutti successivi a quelli che i legali e le società di analisi economica avevano ricevuto sia da Alitalia che da Ita. Prima di firmare il contratto con la Regione avrebbero, dunque, dovuto dichiarare gli incarichi con le compagnie aeree. Il dossier è un pozzo infinito di parcelle, di consulenze che si sovrappongono tutte con la continuità territoriale e gli interessi diretti di Alitalia e Ita nella gara d’appalto. Lo scontro giudiziario al Tar della Sardegna tra la Regione e le compagnie aeree, Ita in particolar modo, è l’epilogo più evidente di questo caso di potenziale conflitto d’interessi. I nomi sono altisonanti e le posizioni sono contrapposte: da una parte ci sono i consulenti “privati” della Regione che hanno scritto la continuità territoriale, dall’altra compaiono gli stessi consulenti, gli stessi studi, che, però, al Tar difendono le compagnie aeree, schierate contro la Regione.

La saga legale

La decisione degli avvocati di Ita di rinunciare alla sospensione del provvedimento di esclusione della compagnia aerea di Stato (riportata ieri dal nostro giornale) potrebbe essere anche il tentativo di mettere il “silenziatore” ad una vicenda dai risvolti tutti ancora da svelare, con contratti, pagamenti e firme in calce che potrebbero agitare gli affari d’alta quota sulla testa dell’Isola. Domani mattina al Tar si riunisce la Camera di Consiglio per esaminare le rinunce di Ita e di Volotea. Sul tavolo dei giudici ci saranno nomi, cognomi, incarichi e potenziali conflitti d’interesse sulla continuità territoriale della Sardegna. Gli stessi documenti che pubblicheremo nel prossimo capitolo dell’infinita saga legale sui cieli dell’Isola.

(1. continua)

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