Rischiano grosso i venditori ambulanti cagliaritani, lo stop a fiere e sagre imposto dall'ultimo dpcm firmato da Conte rischia di mettere in ginocchio l'intera categoria. «Siamo di fatto fermi dallo scorso lockdown, l'ultimo decreto è una vera mazzata. Ora aspettiamo il 13 novembre, ma se si continua così per molti di noi vorrà dire la cessazione dell'attività».

Rabbia, sconforto. I 1500 ambulanti cagliaritani, tra cui tantissime donne, chiedono interventi certi. «Non lavoriamo, arrivino gli aiuti. I bonus, non elemosine. I seicento euro dei mesi scorsi sono serviti appena a pagare qualche bolletta, l'Inps, le tasse».

Ivan Scarpa, presidente dell'associazione regionale dei Fieristi, non nega certo l'emergenza Covid, ma chiede trattamenti simili su tutto il territorio nazionale. «Non esistono ambulanti di serie a e di serie B. Non ci sono fiere importanti e fiere, sagre ed eventi non essenziali. Questo modo di ragionare ha di fatto classificato come non essenziali gli ambulanti sardi».

Per Alessia Littarru, organizzatrice di eventi, «le scelte del Governo sono paradossali, a Milano la fiera dell'artigianato è autorizzata perché di respiro internazionale e opportunità di sviluppo economico, le nostre no. Se l'obiettivo è fermare il contagio, perché queste differenze?».

Una decisione questa dello stop a sagre e fiere che preoccupa Confesercenti e il presidente dell'associazione degli ambulanti, Marco Medda. «Un rischio enorme per esempio per i paninari e per chi fa reddito spostandosi da una fiera all'altra, da una festa all'altra. Un'attività, questa in Sardegna, piuttosto diffusa».

Intanto l'assessore alle Attività produttive, Alessandro Sorgia, ha incontrato i responsabili dei centri commerciali naturali in previsione dei mercatini di Natale.
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