Ore di passione, timori e incertezze per i lavoratori della Portovesme srl, l’azienda metallurgica controllata dalla Glencore.

Oggi nuova assemblea in fabbrica, domani l’ennesimo incontro al ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Al centro dei due incontri la necessità di trovare soluzioni al costo energetico, l’impresa chiede una misura strutturale che garantisca un costo certo dell’energia per almeno due anni per riattivare la produzione della linea piombo e sospendere gli ammortizzatori sociali che interessano i 1.200 dipendenti diretti.

Ma non basta, l’energia non è l’unico punto da dirimere e neanche il principale, la multinazionale nell’ultimo incontro a Roma è stata chiara: «No alla ripresa della produzione ma non abbandoniamo il sito», hanno detto i rappresentanti di Glencore al tavolo.

L’azienda ha manifestato la necessità di mettere in campo un progetto di riconversione che vada verso l’economia circolare. Lo stabilimento dovrebbe arrivare a produrre batterie di ultima generazione, Glencore ha proposto di costituire un ristretto gruppo di lavoro con il ministero ed entro giugno ha intenzione di presentare il progetto.

«Noi – aveva spiegato la sottosegretaria Bergamotto – siamo pronti ad aiutarli, ma occorrono garanzie per il presente e il futuro di tutti i lavoratori che al momento non ci sono state evidenziate».

«Oggi la media mensile del prezzo unico nazionale dell'energia è di 140 euro a Mw, rispetto ai 50 euro/MW prima della crisi - spiega Pierluigi Loi della Uiltec -. Noi chiediamo di fare un ragionamento sulla superinterrompibilità, anche se a rischio infrazione, visto l'allargamento degli aiuti di stato da parte dell'Ue: verifichiamo se ci sono margini, perché il credito d’imposta per tre mesi, oltretutto passato dal dal 45 al20%, non basta per far ripartire impianti ai quali servono circa 45 giorni per il riavvio».

Secondo Emanuele Madeddu della Filctem-Cgil, «é importante che le sigle sindacali siano coinvolte nel tavolo di confronto sul progetto di riconversione ma occorre anche che il Governo trovi una soluzione sul caro energia per arrivare all'annunciato progetto di revamping con gli impianti in marcia. All'azienda chiediamo un atto di apertura per riavviare anche parzialmente le attività che oggi sono ferme a Portovesme e a San Gavino».

(Unioneonline/L)

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