Il cadavere della continuità è ancora caldo ma le low cost non ci pensano due volte: le tariffe per i collegamenti con la Penisola, in particolare le rotte alternative a Fiumicino e Linate, superano già i livelli di guardia. La brutta notizia è che questo potrebbe essere solo l'inizio. Perché se la continuità territoriale dovesse saltare per aria, dal 16 aprile in poi i prezzi alle stelle sarebbero una costante. Soprattutto nel caso di un viaggio organizzato all'ultimo minuto.

TARIFFE CHOC - Mentre le tariffe della continuità sono uguali tutto l'anno - almeno per i passeggeri residenti nell'Isola - nel libero mercato non ci sono paletti. Chi riesce a comprare un biglietto con largo anticipo riesce ad aggiudicarsi un prezzo accessibile. Chi invece ha la sfortuna di dover organizzare un viaggio all'ultimo minuto deve sborsare centinaia di euro.

Per rendersene conto basta provare a prenotare un volo per il prossimo weekend. Il record è sulla linea Cagliari-Bologna di Ryanair: 321 euro per un biglietto di sola andata, con bagaglio imbarcato nella stiva. Oppure l'Alghero-Bologna: 313 euro. Se invece si cerca una rotta alternativa a quelle della continuità territoriale, bisogna essere disposti a pagare tra i 115 e i 159 euro. Circa il doppio della tariffa agevolata garantita da Alitalia e Air Italy con il contributo della Regione.

RINCARI ESTIVI - Nonostante il grande anticipo, anche le tariffe dell'estate cominciano a lievitare. Un effetto collaterale della continuità a termine. Allo stato attuale le compagnie low cost non hanno concorrenti. Manca l'effetto calmieratore delle agevolazioni sui collegamenti con Fiumicino e Linate. E così chi acquista oggi un biglietto per agosto può spendere fino a 195 euro: è il caso del volo Malpensa-Olbia di easyJet. A queste condizioni, un viaggio in aereo per una famiglia di quattro persone diventa un salasso.

I RICORSI - Si capisce meglio come mai le compagnie low cost si siano sempre opposte alla continuità territoriale. In fondo, il pasticcio di questi giorni nasce proprio dalle pressioni di Ryanair in Europa. Come nel 2013 e nel 2017, anche nel 2018 la compagnia irlandese ha bussato alle porte della Commissione Ue per contestare il progetto della Regione. Troppi posti a regime agevolato: la compressione del libero mercato è eccessiva, secondo gli avvocati del vettore low cost. Lamentele ascoltate attentamente dagli uffici di Bruxelles: i bandi, già licenziati e vinti da Alitalia, vennero fermati. La Commissione europea minacciò l'apertura di un fascicolo per infrazione delle regole sugli aiuti di Stato. E il governatore Solinas, appena eletto, fu costretto a una marcia indietro.

LE CONSEGUENZE - Ma cosa significa il ritorno al libero mercato? Se l'Ue dovesse confermare il no alla proroga degli attuali contratti con Alitalia e Air Italy, tra meno di tre mesi le compagnie aeree non dovrebbero più seguire le regole imposte dal ministero. Senza paletti, potrebbero decidere in autonomia le frequenze dei voli, gli orari. E potrebbero cancellare i voli senza pagare penali. Cadrebbero tutti i meccanismi - spesso insufficienti - che garantiscono l'aumento delle capienze e dei collegamenti nei periodi di alta stagione. I biglietti non sarebbero più interamente rimborsabili.

Ma le incognite più importanti riguardano le frequenze e le tariffe. In bassa stagione, senza finanziamenti pubblici, le compagnie ridurrebbero i voli giornalieri. In alcuni casi, probabilmente, i collegamenti verrebbero azzerati. Le tratte più a rischio sarebbero quelle di Alghero e Olbia, soprattutto durante l'inverno. I prezzi seguirebbero le logiche del libero mercato: tariffe alle stelle durante le vacanze di Pasqua e di Natale, e ovviamente d'estate; stesso discorso per i biglietti acquistati all'ultimo momento. Vincerebbero le logiche delle low cost.

Michele Ruffi
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