Frutta italiana sotto pressione, Confagricoltura: «Clima estremo, calo delle superfici e consumi in lenta ripresa»
Negli ultimi cinque anni le aree coltivate sono diminuite in modo significativoPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il clima che cambia, le malattie delle piante e l’invasione di parassiti alieni stanno mettendo a dura prova la frutticoltura italiana, con ricadute pesanti sulla produzione e sulla competitività del comparto.
Lo rileva Confagricoltura, che in un’analisi su dati Istat fotografa un settore in contrazione, ma con alcuni segnali di ripresa sul fronte dei consumi.
Negli ultimi cinque anni le superfici coltivate sono diminuite in modo significativo: -23% per le pere, con la produzione in Emilia-Romagna crollata dai 10 milioni di quintali del 2000 agli attuali 1,7 milioni; -11% per le pesche, -8% per le nettarine, -7% per le albicocche, -6% per kiwi e susine.
Le campagne primaverili hanno registrato risultati altalenanti: fragole penalizzate da siccità e piogge intense, domanda debole per le ciliegie nonostante i picchi di prezzo a maggio, ma buoni risultati per angurie e meloni, favoriti dal caldo. In crescita anche le quotazioni di pesche e nettarine di calibro grande, mentre le albicocche hanno beneficiato di un raccolto limitato ma di qualità.
Sul fronte dei consumi, i dati del primo trimestre 2025 mostrano un aumento del 2% nei volumi e del 5% nella spesa rispetto allo stesso periodo del 2024. La frutta estiva segna +1% in quantità e +6% in valore.
Tra i segmenti più dinamici spicca l’uva senza semi (“seedless”), prodotta soprattutto in Puglia e Sicilia, che attrae giovani e famiglie e ha contribuito a trainare anche le uve tradizionali: +4,6% in quantità e +10,4% in valore tra il 2023 e il 2024. Bene anche la stagione delle arance, con l’Arancia Rossa di Sicilia IGP stabile a 26 milioni di chili commercializzati, di cui oltre 3 milioni bio.
Particolarmente vivace il mercato dei piccoli frutti — mirtilli, lamponi e more — che nei primi tre mesi dell’anno hanno segnato un +52% rispetto al 2024, grazie anche alla quarta gamma, con snack pronti e salutari.
Nonostante i dati incoraggianti, il settore resta in difficoltà. «Gli agricoltori affrontano rese ridotte e costi in aumento, soprattutto per l’irrigazione d’emergenza, con margini sempre più compressi», avverte Michele Ponso, presidente della Federazione Nazionale Frutta di Confagricoltura.
L’organizzazione sollecita un’accelerazione sugli investimenti in ricerca, nuove tecniche genomiche e colture più resistenti, oltre a un intervento strutturale sul nodo della manodopera. «Manca personale qualificato — conclude Ponso — un problema condiviso a livello europeo, come emerso anche nell’ultimo incontro del gruppo di contatto pesche e nettarine tra Italia, Spagna, Francia e Portogallo».
(Unioneonline/Fr.Me.)