Contratto collettivo da rinnovare, il sindacato: «Dignità e salario per i farmacisti dipendenti, basta rinvii»
Ieri a Roma il tavolo negoziale con Federfarma. Ardau (Uiltucs): «Serve un confronto istituzionale, a settembre via alle mobilitazioni»Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
«Il tempo delle attese è finito. È ora di riconoscere dignità, rispetto e retribuzioni adeguate ai farmacisti dipendenti». Con queste parole Cristiano Ardau, segretario regionale della Uiltucs Sardegna, ha commentato sui social l’esito del tavolo negoziale che si è tenuto ieri a Roma. «La trattativa di ieri con Federfarma, per il rinnovo del CCNL dei dipendenti da farmacia privata, si è consumata in un clima surreale, senza registrare alcun concreto avanzamento».
Nonostante le aspettative, la trattativa si è svolta senza alcun passo avanti significativo: dalla proposta iniziale di 120 euro di aumento già rigettata, la controparte ha rilanciato con 180 euro lordi, una cifra giudicata ancora lontana dalla richiesta sindacale di 360 euro. «Siamo di fronte a un’inaccettabile messa in scena», denuncia Ardau, «si continua a fare finta di trattare, ma in realtà siamo fermi al punto di partenza». Lo stesso segretario regionale definisce la situazione in modo ironico: «Sembra infatti di assistere a un nuovo episodio di Ritorno al Futuro, con Marty McFly e Doc, catapultati indietro di ben cinque mesi, esattamente all’incontro del 13 marzo, dove le stesse argomentazioni e formalmente le stesse cifre, avevano già fallito».
Particolarmente grave, secondo il segretario, l’atteggiamento di Federfarma, che continua a subordinare qualsiasi aumento alla «sostenibilità economica» delle singole farmacie, citando uno studio dell’Agenzia delle Entrate sull’affidabilità fiscale del settore. Una posizione che Ardau definisce «strumentale»: «Se i dati economici sono così allarmanti, che Federfarma li renda pubblici. Perché i bilanci non sono accessibili? Perché non si avvia uno studio indipendente e trasparente? Abbiamo diritto a conoscere la verità, non a essere ostaggio di numeri opachi e parziali». Non sono mancate anche le critiche alla gestione del tavolo negoziale: «È assurdo che si parli più dei servizi minimi da garantire in caso di sciopero che delle condizioni salariali dei lavoratori. È il segnale evidente di un’intenzione ostruzionistica nei confronti delle mobilitazioni, che invece oggi sono più che mai necessarie.
In vista del prossimo incontro, fissato per il 9 ottobre, Ardau lancia un avvertimento: «Se Federfarma continuerà a prendere tempo, allora settembre dovrà diventare il mese della mobilitazione. Siamo pronti a scioperi regionali, intere giornate di protesta e iniziative di piazza. Non resteremo a guardare».
(Unioneonline/v.f.)