Il presidente esecutivo di Ita batte cassa. Alfredo Altavilla critica i compensi, a suo avviso troppo bassi, che ricevono i manager di punta della compagnia nata dalle ceneri di Alitalia. Compreso il suo.

Un compenso annuo fisso, quello del presidente, di 400mila euro lordi, cui se ne possono aggiungere altrettanti di parte variabile.

Gli stipendi sono stati delineati dal Comitato Remunerazioni e poi approvati dal cda e dal ministero dell’Economia, unico azionista di Ita. Non tengono conto, sostiene Altavilla, del suo “necessario abbandono di un analogo ruolo apicale in una società quotata”. Dunque la sua retribuzione è “gravemente lesiva della mia storia manageriale, esperienza e competenza. Nonché in totale disallineamento con i risultati dell’azione sin qui espressi nella società”.

Secondo il presidente della compagnia il Comitato Remunerazioni prima di decidere le retribuzioni avrebbe dovuto parlarne con lui e gli altri manager.

LE CRITICHE 

Dall’estrema destra all’estrema sinistra, non mancano le durissime critiche. “Ha ragione a lamentarsi per la scarsa retribuzione, visto l’enorme lavoro svolto in favore di Lufthansa. Se avesse operato in questi mesi per il risanamento di Alitalia, per la salvaguardia del trasporto aereo italiano e, al limite, per costruire delle partnership paritetiche con le altre compagnie di bandiera, lo Stato italiano lo avrebbe dovuto adeguatamente valorizzare”, ironizza il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli. “Ma - continua l’esponente di Fratelli d’Italia - visti gli esiti, l'aumento di indennità rivendicato deve avere per destinatario Berlino e non Roma”.

“L’equivalente di anni, decenni di lavoro per tanti, non proprio briciole”, afferma il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, che definisce quelle di Altavilla parole “fuori dalla realtà, intrise di arroganza e profonda ipocrisia”. “Non ricordo parole simili – continua Fratoianni – quando nel passaggio dalla vecchia Alitalia alla nuova compagnia gli stipendi di piloti e assistenti di volo vennero tagliati brutalmente, anche oltre il 55% in meno”. 

(Unioneonline/L)

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