Prima della crisi sanitaria il turismo in Sardegna ha rappresentato uno dei settori trainanti dell'economia regionale. Tra le diverse tipologie d'offerta il comparto agrituristico si è affermato negli ultimi anni come una nicchia di mercato in costante crescita. Nel triennio 2017-2019 l'incremento delle presenze nelle strutture agrituristiche sarde ha toccato il 27,2%: un risultato notevole se confrontato al +16,5% nazionale. La pandemia ha però inferto un duro colpo al comparto agrituristico che ha registrato nel 2020 una flessione del -44%: anche in questo caso un dato notevolmente superiore a quello nazionale (-34,4%).

È quanto emerge dall'ultimo dossier del Centro studi della Cna Sardegna che analizza l'andamento di questa nicchia di mercato che ha risentito particolarmente del calo di presenze turistiche registrato nel periodo pandemico. Eppure, le ultime statistiche Istat sui primi nove mesi del 2021 evidenziano un netto incremento delle presenze turistiche alberghiere ed extra-alberghiere nell'isola: +62,8% (contro il +22,3% nazionale).

In particolare, rispetto ai livelli pre-crisi, il turismo nazionale ha recuperato in maniera decisa, con un gap rispetto al 2019 che non va oltre il 10,3%, mentre le presenze straniere, nonostante l'eccezionale incremento (131,8%), restano sempre pari a circa la metà rispetto ai livelli pre-crisi (54%).

"Il comparto agrituristico rappresenta una grande opportunità per il rilancio del turismo sardo - spiegano Luigi Tomasi e Francesco Porcu, rispettivamente presidente e segretario regionale della Cna Sardegna -. Esiste uno spazio enorme da colmare per cogliere tutte le straordinarie potenzialità inespresse dal sistema turistico isolano: occorrono strategie mirate di destagionalizzazione, internazionalizzazione, innovazione e diversificazione dell'offerta. Ma in cima a tutte le priorità serve definire una soluzione strutturale alla continuità territoriale aerea".

Tra il 2017 e il 2019 le presenze straniere nelle strutture agrituristiche sarde hanno registrato una crescita del +34,4%, mentre nella fase più acuta della crisi pandemica si è registrata una contrazione delle presenze del 69,1%, spiega ancora lo studio.

Nel triennio 2017-2019 in Sardegna ha segnato un incremento delle presenze di vacanzieri italiani pari al +21,5% (+13,2% il dato nazionale), mentre durante la pandemia queste si sono contratte del -21,9% (-2,7% il dato nazionale). E tra il 2017 ed il 2019 l'offerta complessiva di posti letto alberghieri ed extra alberghieri in Sardegna è rimasta stabile, mentre quella in strutture agrituristiche è risultata addirittura in calo: -1,1% contro il +8,7 % nel resto d'Italia, con un tasso di occupazione dei letti nelle strutture agrituristiche - pur passato dal 5,3% del 2016 al 6,8% del 2019 - che è meno della metà del valore medio nazionale. 

(Unioneonline/v.l.)

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