Evergrande, il colosso cinese dell’edilizia da mesi sull’orlo del fallimento, affonda alla Borsa di Hong Kong, cedendo il 13,78%, un dato ai minimi degli ultimi undici anni.

Il secondo sviluppatore real estate del Paese asiatico, che ha accumulato oltre 300 miliardi di dollari di debiti, ha reso noto venerdì di voler "lavorare attivamente" con i creditori offshore su un piano di ristrutturazione e di non avere alcuna garanzia sui fondi sufficienti per far fronte ai suoi obblighi. 

Dopo la dichiarazione, il presidente e fondatore Hui Ka Yan è stato convocato da parte del governo del Guangdong – la provincia del sud della Cina dove il gruppo ha il suo headquarter –, che ha concordato, su richiesta della compagnia, di inviare un gruppo di lavoro per supervisionare la gestione del rischio.

In seguito alle operazioni, la Banca centrale cinese hanno provato a rassicurare il mercato sul fatto che eventuali rischi per il settore immobiliare dovrebbero essere contenuti.

La Borsa di Hong Kong ha aperto la settimana in forte ribasso, sull’onda delle paure di un rialzo dei tassi negli Stati Uniti e della possibile stretta di Pechino sui settori hi-tech e immobiliare.

In rosso anche il titolo per un colosso del digitale, la piattaforma di e-commerce Alibaba, che ha annunciato la riorganizzazione sul fronte internazionale e domestico e la nomina di un nuovo chief financial officer.

(Unioneonline/F)

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