Quattro mesi per mettere a punto l'ultimo tassello del progetto "Ossicombustione", la tecnologia italiana che promette di generare energia bruciando qualsiasi combustibile fossile, a incominciare dal carbone, senza inquinare. È la scadenza entro la quale dovrà essere concluso lo studio di fattibilità per realizzare primo impianto industriale in cui verificare la possibilità tecnica ed economica di applicare su larga scala il nuovo sistema.

Un accordo in tal senso è stato siglato nei giorni scorsi dalla Sotacarbo, la società della Regione e dell'Enea che opera nel Polo di ricerca della Grande Miniera, a Carbonia, e l'Itea, società del gruppo Sofinter, titolare del brevetto.

Lo studio fornirà indicazioni di dettaglio sulle principali caratteristiche costruttive e sui costi complessivi dell'impianto da realizzare nel Sulcis con i finanziamenti previsti dal protocollo d'intesa firmato nel 2013 dal ministero dello Sviluppo Economico e dalla Regione.

Dovrà essere costruita una centrale termoelettrica da 48 megawatt in grado di sperimentare l'ossicombustione su scala industriale. L'impianto costerà una cinquantina di milioni e occuperebbe una trentina tra tecnici e ricercatori.
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