Quasi due milioni di cinghiali, dal nord al sud dell’Italia, proliferano indisturbati e con l’arrivo dell’estate e della zona bianca torna il traffico su strade e autostrade, circostanze che richiamano l’attenzione sul problema sicurezza.

La Cia-Agricoltori Italiani da anni porta avanti la sua battaglia per l'emergenza fauna selvatica e ora si attende l'incontro con i ministri Patuanelli (Mipaaf), Lamorgese (Interni) e Cingolani (Transizione ecologica). 

Analizzando i dati ASAPS, si calcola che negli ultimi quattro anni – dal 2017 al 2020 – sono stati 469 gli incidenti significativi provocati da animali. Sono morte 56 persone (16 l’anno scorso).

Tra le regioni, è la Lombardia a detenere il triste record con l'11% di incidenti in strada con il coinvolgimento di animali. Seguono Emilia-Romagna (10%), Piemonte (9%), Abruzzo e Campania (8%), Toscana e Liguria (6%); Veneto, Lazio e Sardegna (5%).

Inoltre, emerge anche che l’85% degli incidenti tra il 2018 e il 2020 è da attribuire agli animali selvatici e solo il 15% a quelli domestici.

Cia sta promuovendo, col progetto “Il Paese che vogliamo”, la proposta di modifica della legge 157/92 sulla gestione della fauna selvatica. “L'Italia – spiega il presidente nazionale Dino Scanavino - non può permettersi di uscire da una pandemia, precipitando di nuovo nell'emergenza ungulati, che sono prima di tutto un pericolo per le persone, oltre che un costo per l’agricoltura, Le ambizioni green e la ripresa nazionale devono contemplare una risoluzione onesta, sostenibile ed efficace del problema fauna selvatica. Abbiamo chiesto un incontro al ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, al ministro degli Interni Luciana Lamorgese e al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani perché siamo pronti da tempo a dare il nostro contributo per riformare la legge in materia e fare, insieme, dell'Italia, anche su questo fronte, un modello esemplare".

(Unioneonline/s.s.)

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