In commissione banche oggi è il giorno dell'audizione di Ignazio Visco.

Il governatore di Bankitalia ha parlato della crisi del sistema bancario italiano, difendendo l'autorità di vigilanza: "Nell'opinione di alcuni la Banca d'Italia avrebbe sempre detto che 'andava tutto bene' e avrebbe sottovalutato la situazione quando con la seconda recessione, innescata nel 2011 dalla crisi dei debiti sovrani, una nuova ondata di deterioramento della qualità dei crediti si è aggiunta a quella sopportata dalle banche nel triennio precedente. Non è vero", ha affermato.

Il "j'accuse" è rivolto agli istituti bancari, colpevoli - secondo l'analisi di Visco - di mala gestione: "A determinare l’evoluzione del sistema finanziario italiano non è stata una vigilanza disattenta ma la peggiore crisi economica nella storia del nostro paese. La mala gestio di alcune banche, comunque, c’è stata e l’abbiamo più volte sottolineato; le gravissime condizioni dell’economia hanno fatto esplodere le situazioni patologiche".

"Ho ricordato più volte - ha proseguito Visco - che le banche sono imprese e come tali vengono trattate dalla Vigilanza, nel pieno rispetto della loro autonomia di gestione, della quale hanno sempre la più completa responsabilità. La Vigilanza interviene per indicare alle banche le misure necessarie per una conduzione sana e prudente, ma non può stabilire le modalità operative con cui gli specifici interventi devono essere adottati. Per questo noi segnaliamo la necessità di un’aggregazione; sta alle banche individuare la controparte con cui effettuarla".

Il governatore è poi intervenuto a proposito del caso della Popolare di Vicenza, affermando che Bankitalia "non ha mai fatto pressioni su nessuno per favorirla o sollecitare un intervento".

BANCA ETRURIA - L'audizione si è poi concentrata sul tema delle possibili ingerenze di esponenti del governo nel caso Banca Etruria.

Visco ha affermato di aver parlato delle crisi bancarie "sempre e solo con il ministro dell'Economia" Pier Carlo Padoan, ma che l'ex premier Matteo Renzi, in un incontro avvenuto nella primavera del 2014, aveva fatto domande su Etruria.

In particolare, il segretario del Pd aveva chiesto perché Popolare di Vicenza volesse acquisire l'istituto toscano.

"Non risposi: non entrai per niente nei temi della Vigilanza", ha detto il governatore.

Lo stesso riserbo è stato conservato anche davanti alle domande dell'allora ministro per le riforme costituzionali Maria Elena Boschi, che si è incontrato con il vicedirettore di Bankitalia, Fabio Panetta.

Dialogo del quale ha riferito lo stesso Visco: "Pressioni dalla Boschi su Etruria? No. C'era un legittimo interesse dell'allora ministro su una questione che interessava il territorio", ha dichiarato il governatore.

"Ne parlò con Panetta, ma lui non disse nulla perché non si parlava delle questioni della Vigilanza, che sono riservate", ha aggiunto, sottolineando che "da Boschi venne espresso dispiacere e preoccupazione sulle ripercussioni che l'acquisizione della banca poteva avere sul territorio", ma "non ci fu nessuna richiesta di intervento".

(Unioneonline/F)

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