"Le imprese sarde continuano a prendere solo le briciole degli appalti pubblici banditi nell'Isola".

Lo afferma la Cna Sardegna, secondo cui dei quasi 1,6 miliardi complessivi di spesa pubblica per opere infrastrutturali di importo superiore a 1 milione di euro aggiudicate negli ultimi due anni e mezzo, quasi 1,3 miliardi hanno lasciato l'isola.

In pratica, meno del 20% della spesa pubblica stanziata per realizzare le infrastrutture resta in Sardegna.

Secondo l'associazione di categoria degli artigiani, soltanto il 39% delle 207 gare di lavori pubblici di importo superiore a un milione aggiudicate nell'Isola tra gennaio 2016 e giugno 2019 è stato affidato a imprese con sede in Sardegna.

Dunque l'80,1% della spesa è stata assegnata a imprese del resto d'Italia o, in misura poco rilevante, a imprese internazionali.

Su 35 gare di importo superiore a 10 milioni 30 sono state assegnate a imprese provenienti da altre regioni (l'85% del numero dei contratti per il 90% del relativo valore).

Nel dettaglio, le aziende laziali guidano la classifica con 42 aggiudicazioni (il 33% del totale) seguite da quelle emiliane, campane e lombarde.

Un aspetto significativo riguarda i ribassi medi. Le imprese sarde praticano infatti uno sconto più basso (in media sul 24,5% contro il 26,2% delle altre imprese).

In particolare, per aggiudicarsi opere di importo medio pari a 3,8 milioni, le aziende dell'Isola hanno offerto uno sconto inferiore di circa 2 punti percentuali rispetto alle altre imprese, assegnatarie di lavori decisamente più rilevanti, pari in media a 10,3 milioni.

Le imprese sarde praticano sconti più bassi (in media sul 24,5% contro il 26,2% delle altre imprese).

Secondo il segretario regionale Cna Francesco Porcu e il presidente di Cna Costruzioni Antonello Mascia,"è urgente una politica industriale per il settore che orienti il modello dell'offerta verso forme più strutturate che assecondino e favoriscano il processo di modernizzazione del tessuto produttivo isolano, attraverso l'istituzione e l'utilizzo di strumenti che incentivino le aggregazioni, premino la formazione, l'innovazione, i processi di consolidamento e di qualificazione dei soggetti imprenditoriali".

(Unioneonline/F)
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