"Chiediamo al presidente Solinas la convocazione immediata di un tavolo virtuale sulla suinicoltura per trovare insieme delle soluzioni al comparto".

Lo dichiara il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu, sostenendo che il coronavirus rischia di spazzare via anche gli ultimi pilastri della suinicoltura sarda, che hanno resistito a 40 anni di peste suina africana.

Dopo un piccolo e stretto varco apertosi gli ultimi giorni prima di Pasqua, spiega una nota di Coldiretti, il mercato è caduto in un sonno profondo che rischia di essere lungo e deleterio. Oltre il 70% della produzione sarda dei maialetti è infatti indirizzato al turismo, settore economico più penalizzato e sul quale la ripresa è la più incerta e lunga di tutti.

"In questo momento, per via del blocco del mercato c'è una sovrapproduzione di carne" dice Cualbu.

"E' necessaria l'immissione di liquidità per garantire almeno il sostentamento degli animali, a rischio è un intero comparto e il lavoro di anni. Le soluzioni non mancano. Inoltre riteniamo opportuno estendere i controlli annunciati dal presidente Solinas anche al settore della carne per tutelare sia i produttori che i consumatori perché non ci risulta che il prezzo alla vendita sia più basso. La Regione potrebbe anche investire qualche milione di euro per acquistare carne di suino magari abbinato con una bottiglia di vino, da donare in questo caso ai ristoratori, altro settore fortemente penalizzato oltre che legato con i due settori agricoli (quelli che maggiormente in agricoltura stanno subendo perdite)".

Sarebbe "la spesa del nuovo inizio" con "annessa promozione e sensibilizzazione ad un utilizzo maggiore di prodotti sardi nella ristorazione nostrana" conclude il presidente.

(Unioneonline/F)
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