Vuoti di memoria per il commissario Soneri
Torna in libreria la creatura letteraria più longeva e amata del maestro del noir italiano Valerio VaresiPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Giunto oramai alla sedicesima tappa di un’avventura letteraria cominciata nel 1998 con il romanzo “Ultime notizie di una fuga”, il commissario Soneri è oramai un vecchio compagno di strada per gli amanti del genere noir. Ogni tanto lo si perde di vista, forse avvolto dalle nebbie della Parma in cui vive e conduce le sue indagini. Poi ricompare nelle librerie, grazie alla fertile penna di Valerio Varesi, con il suo inseparabile sigaro a fargli compagnia nelle indagini e la passione per la buona cucina emiliana, a base di culatello e anolini brodo e tortelli d’erbetta. È questo il carburante che mette in movimento i neuroni di un investigatore che si ritrova spesso a dover fare i conti con casi sfuggenti, animati da personaggi ambigui, dai profili difficilmente percettibili, come il paesaggio parmense nelle giornate nebbiose o nei crepuscoli autunnali.
Nella sua nuova indagine, “Vuoti di memoria” (Mondadori, 2024, pp. 238, anche e-book). Soneri deve fare i conti con una vicenda che è più che un rompicapo. Pagina dopo pagina diventa, infatti, per gli investigatori un labirinto da cui appare sempre più complicato districarsi. Eppure, all’inizio tutto appariva chiaro, quasi cristallino: Romeo Calandri, imprenditore di pompe funebri, è stato ucciso - o meglio, giustiziato, considerata la brutalità dell'omicidio. A valle di una rapida indagine, dietro le sbarre è finito Carmelo Musci, killer professionista al soldo della 'ndrangheta, incriminato anche per il probabile assassinio di Luciano Orsi, socio di Calandri e scomparso lo stesso giorno dell'esecuzione. E invece, per una curiosa, grottesca e vagamente macabra coincidenza, proprio mentre si sta celebrando una messa in suffragio per la sua presunta morte, Orsi ricompare dopo mesi su una barca al largo di Cesenatico. Dove è stato per tutto questo tempo? Perché è su quella barca? È scampato a un omicidio, o è implicato in quello del socio?
Il redivivo Orsi potrebbe chiarire il tutto, ma una amnesia pare avergli cancellato i suoi legami con il passato. Soneri si ritrova così nelle mani un testimone muto oppure che vaneggia, mentre lo stesso commissario da settimane si interroga sulla memoria e sulla sua fatale inattendibilità, tanto che l'indagine diventa non solo uno stimolo a chiedersi quanto di vero c'è nei nostri ricordi - che tutti, involontariamente, manipoliamo -, ma si rivela anche l'occasione per scoprire che la tecnologia - il computer abilmente manovrato dal fido scudiero di Soneri, l’ispettore Juvara - può gettare una nuova, sorprendente luce su casi forse archiviati troppo in fretta.
Tra la labilità della memoria umana, così capace però di lampi e di intuizioni, e lo sterminato archivio digitale di un computer, così efficiente monotono, Soneri si troverà spesso di fronte a un bivio e si scoprirà sempre meno certo delle proprie analisi e conclusioni.
Il colpevole o i colpevoli gli sfuggiranno dalle mani? Oppure nessuno è colpevole perché lo sono un po’ tutti i protagonisti del caso indagato dal nostro commissario? La risposta a queste domande si trova nelle ultime due pagine del romanzo, pagine da lasciare rigorosamente alla fine se non si vuole rinunciare al gustoso teatro indagatorio allestito da Valerio Varesi e in cui giganteggia un Soneri più meditabondo e filosofo del solito.