"Abbiamo diritto ogni tanto a fingere che la realtà sia diversa?", chiede Maurizio Balistreri in "Sex robot: l'amore al tempo delle macchine" (Fandango libri).

La maggior parte delle persone probabilmente risponderebbe sì. Ma la questione è più complessa se la finzione riguarda far sesso con i robot. È questione soprattutto maschile anche se "sempre più donne comprano giocattoli del sesso".

Comunque non si parla di un futuro lontano: pochi mesi fa a Torino ha aperto la prima casa italiana con sexy dolls (della società catalana LumiDolls) che però è stata posta sotto sequestro dalla polizia municipale; invece in Germania luoghi simili sono legali. Di certo "è difficile prevedere cosa accadrà nella robotica nei prossimi decenni", dunque se "sarà possibile costruire robot che, oltre ad avere sex appeal, possano essere oggetto del nostro amore" scrive Balistreri che è ricercatore di Filosofia morale all'università di Torino e presidente del Comitato di bioetica del Policlinico militare di Roma.

"L'inesorabile avanzata dei robot" è la prima frase del libro. Dunque è solo questione di tempo. Vale anche per i sexbot. Possiamo azzardare un'ipotesi? Dieci anni o più?

"I sex robot sono già una realtà. Sono bambole di silicone con dispositivi tecnologici che permettono un minimo di interazione con un essere umano. Sono prototipi ancora molto grezzi ma forse non dovremo aspettare molto prima di avere tra noi androidi che si comportano come individui in carne ed ossa".

"Inesorabile" ma potrebbe esserci uno stop se la campagna contro l'utilizzo dei sexbot (attiva dal 2015) convincesse i legislatori. Lei come giudica la richiesta di stop?

"Non è facile vietare i sex robot. Cosa facciamo? Li vietiamo ma permettiamo gli altri giocattoli del sesso che riproducono parti del corpo umano? Quale sarebbe poi la ragione per vietarli? I robot sono macchine, possiamo fare qualsiasi cosa ma non arrecare loro sofferenza. Inoltre, i sex robot potrebbero ridurre la prostituzione e forse diventare uno strumento terapeutico per la cura della pedofilia".

Una volta perfezionati i sexbot saranno innocui strumenti di gioco e di piacere sessuale o una minaccia per le relazioni?

"Questo dipenderà dalle persone: per alcuni è normale che il proprio partner pratichi l'autoerotismo anche con l'aiuto di giocattoli, per altri non lo è. Qualcuno si sentirà tradito perché il proprio partner fa sesso con un robot. Ma il robot potrebbe essere anche una risorsa per le coppie che desiderano ravvivare un rapporto ormai stanco e scivolato nell'abitudine".

I sexbot usati come partner sessuali saranno programmati per essere sottomessi. Non è un'idea pericolosa che indurrebbe molti uomini (e forse qualche donna) a considerare normale una relazione di dominio anche nel mondo reale?

"La questione è importante: praticare certi giochi può corrompere il nostro carattere. A forza di praticare giochi violenti diventiamo persone violente? Oppure fantasie di questo tipo possono avere un effetto catartico e permetterci di avere relazioni più sane con le altre persone? La maggior parte di noi è in grado di distinguere fra immaginazione e realtà: in alcuni casi, però, questi giochi potrebbero rafforzare disposizioni pericolose".

Un'altra idea che molte persone potrebbero considerare pericolosa: sex bot con fattezze da bambini. Il loro uso incoraggerebbe la pedofilia o invece potrebbe essere un antidoto a questi comportamenti nel mondo reale?

"Non sappiamo ancora se i sex robot bambini potrebbero aiutare a curare i pedofili: qualcuno pensa che potrebbe funzionare ma c'è bisogno di più ricerca. Chi consuma materiale pedopornografico non commette necessariamente crimini sui bambini: questo vale anche per i sex robot bambini? Sono questioni a cui potremo rispondere soltanto con la ricerca".

Infine la violenza. Sexbot come Samantha sono programmati per dire no. Ciò non sottintende che il padrone dell'oggetto possa imporsi e/o danneggiare il partner riluttante? E questa idea non potrebbe essere un alibi per uomini violenti?

"Ci sono robot programmati per rifiutare un rapporto sessuale. Quando la persona si avvicina, danno l'impressione di respingere le avances sessuali: c'è chi trova la cosa eccitante, perciò questi robot sono in commercio. C'è un limite morale alle nostre fantasie? Io ritengo che l'immaginazione è uno spazio dove la moralità non può avere cittadinanza, almeno fintantoché quello che facciamo non danneggia nessuno e le persone che partecipano al gioco hanno dato il loro consenso".

Daniele Barbieri

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