La prudenza è d’obbligo, ma l'iter per l'apertura del museo archeologico del Marghine, atteso da 30 anni, va avanti spedito. L'organizzazione di una mostra temporanea biennale e rinnovabile, appare come la chiave d'accesso per l'apertura definitiva.

Intanto è stato istituito il comitato scientifico, composto da archeologi, studiosi e esponenti dell'università di Sassari e della Soprintendenza, quali Luca Sanna, Barbara Panico, Bruno Billeci, Gianluigi Marras, Alberto Moravetti, Michele Guirguis e Marco Milanese. Si è costituito anche il comitato organizzatore.

I prossimi passaggi sono l'approvazione del progetto definitivo ed esecutivo da parte della Soprintendenza e l'effettuazione di alcuni interventi necessari  per la messa in sicurezza della struttura, ricavata da una antica casa, nel cuore del centro storico.

«Con la stessa Soprintendenza - dice Gianfranco Congiu, assessore alla cultura - abbiamo optato per l'allestimento, una volta eseguiti i lavori residui, di una mostra temporanea della durata almeno biennale, rinnovabile. Così verranno contenuti gli ingenti  costi connessi alla tenuta del museo, mettendo comunque a disposizione della colletività un sito espositivo dei tanti reperti che in decenni di scavi sono stati rinvenuti nel nostro territorio».

Intanto i giorni scorsi si è svolta la conferenza informativa sui risultati delle indagini archeologiche eseguite nella zona de Sa Presone Ezza, (ingresso sud della cittadina), a cui hanno partecipato studiosi, archeologi, esperti ed esponenti di spicco della Soprintendenza e dell'Università di Sassari. I risultati ed i reperti ritrovati potranno far parte del museo archeologico, prossimo all'apertura. 

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