È stato il primo grande best seller della letteratura popolare ed è considerato dalla critica il primo romanzo moderno: parliamo delle Avventure di Robinson Crusoe, pubblicato per la prima volta nel 1719 e ancora fonte di tanto cinema e narrativa, oltre a essere presente nelle librerie di tutto il mondo in decine di edizioni diverse.

La grande forza del romanzo scritto da Daniel Defoe (1660-1731), infatti, è riunire diversi piani di lettura, riuscendo così a risultare sempre attuale e adatto al pubblico di ogni età. Così, per i bambini e i ragazzi rimane un grande libro di avventura, in cui scoprire pagina dopo pagina la vicenda straordinaria di un naufrago che da solo riesce a sopravvivere su un'isola deserta alle avversità del destino e alle sfide che una natura ostile gli propone.

Per il lettore adulto, invece, al tema avventuroso si aggiunge la scoperta della profondità psicologica del protagonista e la rivelazione letteraria della modernità del suo agire. In questo viaggio all'interno dei segreti nascosti di uno dei libri apparentemente più conosciuti del mondo ci può essere d'aiuto il bel saggio di Michela Marroni, Come leggere Robinson Crusoe (Solfanelli, 2016, Euro 14,00, pp. 184).

Emerge allora quanto Robinson sia il primo eroe moderno della letteratura europea. Non è un cavaliere impegnato in nobili tenzoni, infatti, non è un santo votato a una vita esemplare. Robinson Crusoe è semplicemente il tipico uomo del Settecento inglese, un membro della borghesia mercantile, la classe in maggiore ascesa in quel periodo in Inghilterra e anche quella che leggeva e soprattutto acquistava più libri.

Il naufrago di Defoe è individualista, ambizioso e desideroso di crescere economicamente e socialmente come la maggior parte dei suoi compatrioti, è un modello di self made man totalmente figlio della società britannica del suo tempo ma in fondo modello e progenitore di tanta società occidentale dei secoli a venire.

In positivo è l'uomo che può contare sulle sue forze, sulla propria intelligenza e sul proprio coraggio ed è pienamente conscio delle sue qualità e delle sue possibilità. In negativo si sente pronto a dominare il mondo, come dimostra nella sua volontà civilizzatrice nei confronti del "selvaggio" Venerdì, e non ha esitazioni a contrastare la natura per piegarla alle sue esigenze.

Insomma Robinson Crusoe rappresenta quello che noi europei siamo stati per secoli e che in parte continuiamo a essere ancora oggi: ragione, individualismo, tenacia, abnegazione, desiderio di dominio, egoismo.

Per questo da quasi tre secoli continuiamo a riconoscerci nel naufrago creato da Daniel Defoe e ci sentiamo tanto vicini alle sue avventure, alle sue vittorie, alla sua grandezza e anche alla sua umana mediocrità.

Roberto Roveda

© Riproduzione riservata