L’immagine del pugile Mario Altana che con un pugno demolisce un vecchio Silos, un omaggio alla sua figura in una delle 48 opere dei 24 artisti sardi, docenti e studenti dell’Accademia delle Belle arti “M. Sironi” di Sassari che nel porto romano di Turris Libisonis Portus Sardiniae, il porto antico della città di Porto Torres hanno messo in mostra tutta la loro creatività.

Con l’esposizione intitolata “Ogni nave ha bisogno di un porto”, riapre al pubblico il sito archeologico scoperto nei primi anni 2000, grazie alle indagini della Soprintendenza per i Beni Archeologici che portarono alla luce diverse strutture romane: costruzioni portuali, edifici con pavimenti a mosaico, impianti di canalizzazione, pozzi e resti della rete stradale che collegava il porto con il centro e le ville rurali. Attraverso le 48 opere realizzate con diverse tecniche, dalla pittura alla scultura, viene indagato il tema del porto non solo come luogo fisico ma anche come luogo della mente. Questa mattina il taglio del nastro con il sindaco Massimo Mulas, l’assessora alla cultura Maria Bastiana Cocco, la prefetta di Sassari, Maria Grazia La Fauci, la sindaca di Stintino, Rita Vallebella e le autorità civili, militari e religiose del territorio. Il progetto “Ogni Nave ha bisogno di un porto”, promosso dal Comune, nasce grazie alla collaborazione con l’Ufficio Turistico comunale e la Memoria Storica che lo gestisce. Il titolo della mostra, curata dallo storico dell’arte e responsabile del settore Musei della Memoria Storica Baingio Cuccu, rimanda alla nave intesa come uomo e il porto come il mondo in cui vive la propria vita, le proprie emozioni ed esperienze, sogni e speranze. Le opere ispirandosi alla citazione di don Luigi Giussani “La ricerca è assurda se non implica l’esistenza di un porto” hanno esplorato il concetto di porto non solo come luogo fisico ma anche come spazio ideale in cui si materializzano storie di vita quali partenze, arrivi, incontri, tragedie e salvezze. Un’indagine impressa sulle sculture e i dipinti, la maggior parte realizzate appositamente per la mostra con tecniche variegate, dai disegni a tempera alle sculture, passando per installazioni e matrici per xilografie. Tutte richiamano il concetto di porto come si presenta nell’immaginario collettivo: poetico, malinconico, nostalgico, amato da artisti e letterati di tutte le epoche, punto di arrivo e di partenza verso il futuro. Infine come ambiente che incarna il rifugio, la sicurezza e il riparo dalle tempeste della vita.

«Una commistione rispettosa dove la memoria diventa presente nell'interlocuzione con lo sguardo dell'uomo contemporaneo e il prodotto del processo artistico», ha detto Baingio Cuccu «in questo caso specifico il porto, per sua natura, incarna l'idea del movimento, dell' incontro e del viaggiare fisico e mentale, e su questo concetto i 24 artisti selezionati hanno realizzato opere che indagano il rapporto tra luogo e ciò che esso ispira».

Per l’assessora Cocco «in attesa che i lavori di valorizzazione dei resti del porto di Turris Libisonis possano essere completati e consentano di rendere l’area regolarmente visitabile al pubblico, ora questo nuovo allestimento rappresenta da un lato una preziosa occasione per la promozione di un’area archeologica dall’enorme potenziale informativo per la storia antica della nostra città, dall’altro un momento di incontro, ispirazione e scambio tra l’archeologia e l’arte contemporanea».

Gli artisti sono: Leonardo Boscani, Silvia Cara, Enzo Carastro, Giovanni Dettori, Angelo De Santis, Davide Fadda, Alessandra Fiori, Gavino Ganau, Taras Halaburda, Davide Manca, Antonello Marchesi, Mara Masala, Max Mazzoli, Sergio Miali, Gianni Nieddu, Giovanni Sanna, Federico Satta, Tina Sgrò, Oscar Solinas, Federico Soro, Carlotta Tola, Luca Zedda, Vincenzo Pattusi e Marco Pili.

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