Hanno riscosso un grande successo le Giornate del Romanico ospitate a Semestene, Cossoine e Ozieri. Nel primo centro, l'amministrazione comunale guidata dalla sindaca Antonella Buda ha aperto le porte della chiesa campestre di San Nicola di Trullas dove è stato possibile ammirare, oltre all'edificio religioso, anche gli affreschi interni, i resti del monastero situati all'esterno e una copia anastatica del Condaghe di San Nicola di Trullas. Nel suo discorso, la prima cittadina ha annunciato la volontà di puntare molto sulla chiesa di San Nicola di Trullas e la presentazione della copia del Condaghe nel corso di un evento pubblico che si terrà nei prossimi mesi.

A Cossoine, invece, la sindaca Sabrina Sassu e la sua amministrazione hanno permesso la visita della chiesa, anch'essa campestre, di Santa Maria Iscalas. «Un'ottima vetrina per il nostro paese e per la valorizzazione del nostro territorio con la presentazione del sito di Santa Maria Iscalas - fanno sapere dal comune -. Le visite condotte a titolo completamente gratuito dall'instancabile Mariangela, ormai punto cardine della nostra comunità, ci hanno permesso di presentarci a un pubblico sempre in crescita, in maniera eccellente, a curiosi provenienti da gran parte del centro nord Sardegna».

Ozieri ha messo in mostra la Basilica di Sant'Antioco di Bisarcio. L'occasione è stata utile per il gruppo di ricerca del Laboratorio di Archeologia Medievale e Postmedievale dell'Università di Sassari guidata dal professore ordinario Marco Milanese per offrire una sintetica illustrazione dei risultati della campagna di scavo, terminata da pochi giorni. Sono state visitate le aree di scavo ma non tutti i ritrovamenti, in particolare nell'area cimiteriale, dove le sepolture postmedievali rinvenute sono state accuratamente documentate e rimosse per garantire la conservazione e il loro studio. «Numeri ben al di sopra delle aspettative, tenuto conto che il sito è di fatto isolato per i cantieri della Sassari-Olbia - queste le parole di Milanese -. Vivo interesse da parte dei visitatori di ogni età e provenienza geografica, soprattutto per le indagini archeologiche appena concluse, illustrate anche con una mostra fotografica in loco e con le introduzioni curate dagli archeologi e dagli studenti del Lamp/Dissuf dell'Università di Sassari».

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