C’è l’imprenditrice sarda Simonetta Bazzu tra le 20 donne del cibo, del vino e dell’ospitalità per il 2023 scelte da Cook, il mensile di cucina del Corriere della Sera. Chef, scienziate, manager, food writer premiate per la loro creatività e l’impegno nel costruire carriere di successo e per aver trovato nuove strade per promuovere le eccellenze italiane. «Ho studiato Giurisprudenza all'Università Cattolica di Milano, vissuto due anni in Grecia e  visitato tanti paesi nel mondo, dalla Cina al Giappone, all'Africa, all'America e molti altri.  Ho dormito in un castello di ghiaccio al Polo Nord, mangiato becchi di anatra in Cina e dormito su pelli di animale in Macedonia. Ma ora vivo dove sono nata, nella mia Gallura».

Simonetta Bazzu, 38 anni, nata a Tempio, cresciuta a Budoni, nel 2019 ha creato “Vittoria Arimani” casa e laboratorio in cui crea gusti, sapori, suggestioni per aiutare i turisti a conoscere meglio l’Isola dei sardi. «Grazie a miei genitori che mi hanno dato fiducia e all'insegnamento dei miei nonni, - ha detto nel corso de “La Strambata” a Radiolina - ho coronato il mio sogno». “Vittoria Arimani” (quest’ultimo termine significa “ieri” in gallurese) è un’idea che è nata e si è sviluppata in un antico stazzo della Gallura nella piccola frazione olbiese di Battista, situata nella Valle di Olevà. Dentro lo stazzo si snoda un percorso di conoscenza di quattro ore. Nel ricco menu la “terapia della pasta”, che viene preparata, secondo gli antichi rituali, e gli assaggi dei prodotti più rappresentativi per cercare di scoprire i segreti della longevità dei sardi. Teoria e tanta pratica.

«Il premio di Cook – dichiara Simonetta Bazzu -  è dedicato a tutte le donne sarde che vogliono impegnarsi per la loro terra». Dei percorsi di successo delle venti donne premiate si è discusso nel corso di “Women in food”, evento che si è svolto nel palazzo Ducale a Urbino. Un dialogo «per costruire tutte insieme – ha sottolineato la responsabile editoriale di Cook Angela Frenda - quella stanza collettiva che ci consenta di creare, ma anche di tessere alleanze d’anima e di cuore. Fili sottili invisibili che attraversano il mondo. E che partono e finiscono, sempre, in cucina». Simonetta Bazzu è stata la prima a salire sul palco per raccontare quello che succede nel suo laboratorio a Battista: «Ci siamo confrontate. Abbiamo presentato le nostre esperienze».

Simonetta Bazzu
Simonetta Bazzu
Simonetta Bazzu

Luogo di suggestioni

“Vittoria Arimani” è un tempio del sapere tramandato, di tradizioni forti, abitudini, mestieri che costituiscono l’essenza della Sardegna. «Il clima è molto familiare. Poche formalità e convenevoli. Gli ospiti arrivano da ogni parte del mondo per immergersi nella nostra cultura materiale.  Alcuni di loro vengono apposta con un jet privato, anche nei mesi invernali,  per affrontare questo cammino di formazione. Mi concentro sulle attività domestiche: la lavorazione della pasta e del pane, la coltivazione dell’orto, la vendemmia a settembre, perché sono consuetudini che fanno  bene alla mente e al corpo. Uno spazio terapeutico, pienamente condiviso, più che una scuola di cucina».

Simonetta Bazzu con Stanley Tucci
Simonetta Bazzu con Stanley Tucci
Simonetta Bazzu con Stanley Tucci

Il carasau con Tucci

Simonetta Bazzu nei mesi scorsi ha ospitato il pluripremiato attore e regista Stanley Tucci. Doveva registrare un programma per la Cnn. «Per  lui ho eseguito l'intera lavorazione  del carasau insieme ad altri giovani. Nel corso della puntata anche un momento molto divertente.  Il palloncino del carasau, appena tolto dal forno a legna, è finito a terra. Abbiamo riso, nessuno si è preoccupato, tanto meno io. È normale. non sono mica zia Raimonda di Oliena che si è sempre dedicata alla lavorazione del pane tipico».

L’imprenditrice ha un progetto ambizioso: «Voglio creare una rete di competenze e professionalità spendibili nel campo del turismo e della promozione dell’immagine dell’Isola. Produttori, artigiani, professionisti e artisti che coltivano l’idea di una Sardegna finalmente convinta delle sue straordinarie potenzialità. Solo una squadra affiatata può affrontare le nuove sfide di un turismo sempre più esigente. Il riconoscimento di Cook è uno stimolo in più. Sono convinta di aver imboccato la strada giusta».

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