Vi ricordate la commedia all’italiana, quella degli anni Sessanta del secolo scorso con Alberto Sordi, Ugo Tognazzi, Monica Vitti e Silvana Mangano? Vi ricordate film come “Il vedovo” oppure “I mostri” in cui, ridendo, si castigavano i (cattivi) costumi e le piccinerie di noi italiani? Se avete amato attori, attrici e pellicole di quella stagione fortunata della cinematografia nostrana non potrà non piacervi la strampalata brigata di protagonisti creata da Valentina Giuliani per il suo divertente e intelligente “Un gelato, un bacio, una pistola” (Porto Seguro, 2022, pp. 144). Ma forse è meglio spiegarci meglio cominciando dall’inizio, cioè dalle presentazioni degli interpreti principali di quella che è a tutti gli effetti una commedia comica, con qualche spruzzata surreale e noir.

Primo fra tutti dobbiamo fare la conoscenza con Filippo Barzini, unico rampollo di una prestigiosa famiglia fiorentina. Filippo è il classico “cocco di mamma e di papà”, un bietolone costretto a intraprendere la carriera universitaria dal padre, noto accademico. La famiglia però non ha fatto i conti con le frecce di Cupido perché Filippo, dopo decenni da cosiddetto “bravo ragazzo che non dà mai pensieri” s’innamora di una gelataia del Sud e rivoluziona la sua vita: lascia gli studi, si propone di aiutare la bella Marina in gelateria, fino a decidere, dopo pochi mesi di fidanzamento, di sposarla.

Potete immaginare a questo punto la reazione dei genitori di Filippo, l’azzimato professor Glauco Barzini e l’impeccabile donna Enrica, regina del volontariato fiorentino. I due cercheranno in ogni modo di ostacolare questa relazione, pericolosa per le loro finanze, per il loro buon nome e assolutamente incompatibile con le ambizioni riposte sul figlio. Ma fino a dove saranno disposti a spingersi, i coniugi Barzini, per “far fuori” la ragazza?

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Possiamo anticiparvi, senza però togliervi il gusto per un libro che si lascia divorare tutto d’un fiato, che Glauco ed Enrica non lasceranno niente d’intentato, finendo per invischiarsi in situazioni paradossali e imbarazzanti, ingegnandosi per trovare soluzioni al limite del ridicolo pur di cancellare dalla mente e dal cuore dell’adorato Filippo anche l’immagine della perfida Marina. Rea. Questa presunta Circe trasvestita da gelataia, però, ha una sola colpa: quella di mettere a nudo le ipocrisie, gli imbarazzi, i pregiudizi di una upper class all’apparenza tanto aperta e pronta a interessarsi ai problemi del mondo, ma in realtà chiusa a riccio nelle proprie convinzioni e nelle proprie convenzioni. Convinzioni e convenzioni su cui è bello e liberatorio ridere, sapendo però che nessuno di noi è alieno dai vizi che affliggono i coniugi Barzini. In fondo, siamo sinceri, per quanto ci stia simpatica Marina, chi non sogna un figlio o una figlia in cattedra piuttosto che dietro il bancone del gelato?

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