“Quando comincia la fine di un amore? Esiste un momento preciso in cui qualcosa si rompe ed è già troppo tardi? Ricordiamo perfettamente tutte le prime volte che lo hanno costruito […] Scordiamo, invece, tutte le nostre prime mancanze, quelle che si ricoprono silenziose della polvere del tempo: il primo giorno in cui non abbiamo portato il caffè a letto, la prima volta senza stappare il vino la sera, la prima notte che non siamo andati a dormire assieme, ma uno dei due è rimasto sul divano, la prima volta che, dopo un litigio, non ci siamo sforzati di chiarire trincerandoci nel silenzio”.

Elisabetta non sa definire l'inizio dell'allontanamento tra lei e suo marito Alessandro. Non sa dove si fossero smarriti quei ragazzi che avevano sfidato il mondo pur di stare insieme. Dopo essere diventati genitori, hanno taciuto la consapevolezza di una crisi di coppia, per paura che questa potesse risultare vera: “Non esistono rapporti perfetti, ma solo rapporti imperfetti da tenere insieme ricucendoli e rattoppandoli se si strappano qua e là, fino a quando dentro di noi esiste ancora un motivo per non mollare la presa”. Elisabetta si è resa conto di aver smarrito anche se stessa per il troppo amore verso il marito: “A volte, le donne si consumano. E un poco alla volta smettono di sorridere, di ballare, di meravigliarsi. E poi fanno l'errore più grande: si dimenticano chi sono e come lo sono diventate”.

Elisabetta sente un vuoto dentro sé, ma non sa come colmarlo. Comincia dunque a chattare con un estraneo, Marco, e con lui si riscopre ancora capace di sentire le emozioni di una volta. Tuttavia, ciò non basterà per sfuggire alla sua crisi coniugale: “Siamo abituati a pensare che quando ci ritroviamo troppo lontani dalla persona che abbiamo amato per tanto tempo sia ormai tardi per rimettere tutto al posto giusto. Ma non è così. Amarsi vuol dire anche sbagliare, cercare di rimediare e poi sbagliare di nuovo. Allontanarsi, ma ci siamo nonostante tutto”.  

Nella seconda storia, il protagonista è il giovane Lorenzo che si innamora per la prima volta a diciassette anni. Beatrice è la sua vicina di casa e tutte le sere si affacciano al balcone per sentirlo suonare. Per un mese, si danno l'appuntamento serale senza mai vedersi di persona, fino a quando il destino li porterà a incontrarsi ea condividere il loro passato. Beatrice è insicura e fragile e allontana tutte le persone che la amano, per paura di soffrire ancora. Lorenzo, invece, con lei impara a sorridere di nuovo, perché da tempo aveva smesso di farlo; per questo, decide di non scappare davanti ai sentimenti, perché lei riesce a leggerlo dentro ea scavare più in fondo, giungendo a sfiorare quel dolore: “Le anime affini non si incontrano, si trovano. Non cercate a tutti i costi la persona giusta".

“Scrivimi (magari ti amo ancora)” è un libro di Riccardo Bertoldi, edito da Rizzoli.

Le storie contenute in questo romanzo rappresentano due forme di amore nelle diverse fasi evolutive: l'amore adulto e l'amore adolescenziale. Entrambe riflettere la formazione del rapporto di coppia, dall'innamoramento fino alla relazione, per poi giungere alla crisi. La scelta del partner, come ben si evince da queste storie, non rappresenta una casualità, poiché talvolta nasce dal bisogno o dal tentativo di colmare il vuoto della solitudine. Si tratta, in questo caso, di una scelta che si rivela idealizzata, frutto di aspettative e desideri, nonché di paure e angosce, appartenenti al passato. Questi meccanismi portano, come accade ai personaggi, a non vedere le criticità nel rapporto, in quanto la relazione viene usata come porto sicuro da cui è difficile separarsi, anche quando l’amore e la felicità vengono a mancare e si finisce per accontentarsi delle briciole affettive che restano.  

La copertina del libro
La copertina del libro
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