È un'area archeologica il cui recupero è costato una valanga di soldi pubblici e, per secoli, è stato il cimitero della chiesa di San Francesco; ma adesso nel Chiostro, sopra le sepolture di centinaia di iglesienti, invece dei fiori si ritrovano i segni di atti vandalici.

La Pro loco, che dalla sua sede nella torre delle attigue fortificazioni vede lo scempio, lotta dal 2010 perché il luogo sia rispettato.

Il 22 settembre ha consegnato un'altra denuncia per atti vandalici al Comando dei carabinieri.

"È la seconda quest'anno, l'altra è stata a maggio", spiega la presidente Rita Melis.

"Chiediamo che sia ripristinata la cancellata e ci sia un sistema di videosorveglianza".

Nel tempo i danni si moltiplicano: l'intonaco cade come i conci delle mura, sono danneggiate luci e irrigazione, si accumula spazzatura (anche siringhe) e, nel migliore dei casi, nello spazio scorrazzano gli animali domestici.

Il Comune aveva già dato garanzie di intervento l'anno scorso quando Luigi Biggio (Forza Italia) aveva presentato un'interrogazione.

"Non è cambiato nulla l'amministrazione pensa a fare feste in piazza Sella ma dei luoghi della cultura della città non interessa proprio per niente a dispetto di denunce e interrogazioni".

Per Gian Marco Eltrudis, presidente della commissione Patrimonio, "il chiostro è un bene della città, il suo recupero ha speso risorse pubbliche ma per una valorizzazione che gli ridesse una storicità diversa dal ruolo di galoppatoio. Non crediamo più alle promesse".

L'assessore alla Cultura Simone Franceschi dà speranze: "Stiamo iniziando i lavori e dialogando con la Soprintendenza per la cancellata. Interveniamo dopo quasi dieci anni di mancate manutenzioni".
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