Cosa significa esattamente “sacro”? Si tratta di un termine complesso che troppo spesso riduciamo al semplice significato di “santo” oppure “religioso”. In realtà, come ben spiega il vocabolario on line della Treccani, “in senso stretto, si definisce sacro ciò che è connesso all’esperienza di una realtà totalmente diversa, rispetto alla quale l’uomo si sente radicalmente inferiore, subendone l’azione e restandone atterrito e insieme affascinato; in opposizione a profano, ciò che è sacro è separato, è altro…”.

Partendo da questa accezione del sacro e della sacralità gli storici Franco Cardini e Marina Montesano hanno dato vita a un libro inconsueto e potente, “Donne sacre” (Il Mulino, 2023, Euro 18, pp. 352. Anche Ebook), un testo che è un’occasione di incontro con figure femminili fuori dal comune. Ma chi sono queste donne sacre che sono al centro del racconto di Cardini e Montesano? Sono donne-dee, sacerdotesse, mistiche; guaritrici, veggenti, donne fatate e donne fatali; figlie del Sole e della Luna, e anche una bambina di Nazareth che diventa la Vergine Madre di Dio. Soprattutto, cosa si cela dietro queste figure femminili umane e divine, sospese tra mito e storia, passato e futuro, Oriente e Occidente? Hanno provato a spiegarcelo in tanti, da Omero a Ovidio, da Dante a Goethe a Freud. Il mistero, scaturito da una grotta preistorica e da una figurina di pietra dai grossi seni alta pochi centimetri - la celeberrima Dea – Madre dei nostri progenitori - arriva a madre Teresa di Calcutta e alle “divine” del Novecento, di cui forse Greta Garbo ed Evita Perón rappresentano il fascino che sfiora i limiti dell’umano.

Cardini e Montesano, con un discorso che abbraccia storia, tradizioni, miti e scienze umane, provano ad andare al cuore di questo grande archetipo, quello della donna sacra e dai tratti divini, che nella cultura moderna continua a conservare le fattezze che gli hanno prestato Botticelli e Raffaello. Nelle pagine del libro le donne parlano con Dio, con i demoni, con i morti. Sono figure sovrumane come Circe che piega il cuore indomabile di Ulisse oppure donne di potere. O ancora figure capaci di emergere in mondi totalmente maschili come le grandi mistiche religiose del Medioevo a cui Cardini e Montesano, da specialisti di storia medievale, dedicano pagine affascinanti Per esempio, Caterina da Siena, l’analfabeta che imparò a parlare con papi e re.

La prima ribellione fu contro il padre che desiderava per lei un matrimonio vantaggioso per la famiglia. Però, Caterina da Siena (1347-1380) dall’età di sei anni aveva estasi mistiche e il suo unico desiderio era la vita religiosa. I familiari la segregarono in casa ma non riuscirono a piegare la sua volontà e all’età di 16 anni Caterina divenne una monaca domenicana. Nel Medioevo per le donne il monastero voleva dire preghiera e clausura ma anche qui la giovane volle fare di testa propria. Alla vita tra le mura monastiche Caterina preferì il servizio all’aperto, tra poveri e malati. Ben presto si formò attorno a lei un gruppo di seguaci, la “Bella brigata”, uomini e donne che l’aiutavano nelle sue attività e la sorvegliavano durante i momenti di estasi. Soprattutto mettevano per iscritto le lunghe lettere che Caterina indirizzava a papi, vescovi e sovrani, bacchettandoli per i loro comportamenti. Venne accusata di protagonismo perché diceva apertamente quello che pensava, nonostante fosse una donna e per di più illetterata e le gerarchie dei domenicani le misero accanto un sacerdote perché la controllasse da vicino. Nonostante questo, Caterina continuò imperterrita le sue attività e si recò anche ad Avignone per convincere papa Gregorio XI a tornare finalmente a Roma. Fu proprio lei, con la sua testardaggine, a convincere il pontefice a tornare nella Città eterna nel 1376.

Altra protagonista medievale è Ildegarda di Bingen, un talento universale. Scrittrice, musicista, pensatrice, naturalista, scienziata e veggente: la tedesca Ildegarda (1098-1179) è stata questo e non solo. Il suo destino fin da bambina fu il monastero ma grazie alle nobili origini poté contare su molta autonomia. Divenne ben presto badessa e fondò monasteri all’interno dei quali, con grande scandalo per l’epoca, desiderava che le monache indossassero abiti sfarzosi e gioielli per rendere maggiore omaggio a Dio durante le cerimonie. Altro scandalo venne dal fatto che amava predicare in pubblico e comporre musica, un’attività fino a quel momento riservata agli uomini. Inoltre, da tutta la Germania si rivolgevano a lei per avere medicamenti contro le malattie più disparate dato che fu una delle maggiori esperte di farmacologia dell’epoca. Erano, infine, famose le sue doti profetiche, legate alle visioni mistiche che ebbe dall’età di sei anni. Fedele al suo nome, che in tedesco significa “protettrice delle battaglie”, non si tirò mai indietro quando c’era da affrontare vescovi, papi e re ed ebbe uno scontro durissimo con l’imperatore Federico Barbarossa quando il sovrano divenne il più fiero avversario del pontefice. Insomma, un personaggio indigesto e probabilmente per questo ha dovuto aspettare il 2012, cioè quasi mille anni, per essere proclamata santa. Un esempio di come il Sacro femminile sia sempre stato pietra di inciampo, capace però di segnare tutta la nostra storia.

La copertina
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