Cosa più della poesia può mostrarci la bellezza in cui siamo immersi? La poesia, infatti, è multiforme, duttile, plasmabile. Come l'acqua, può farsi onda e corrente, lacrima e rugiada, pozza e pioggia. Può farci volare nell’aria e divenire vento, ma anche soffio, alito, respiro. La poesia può scaldare come il fuoco e come il fuoco di una torcia può illuminare il nostro cammino. Può farsi terra, e sostenerci, ospitarci, nutrirci. I versi dei grandi poeti possono tutto il bello che è fuori e dentro di noi come ci dimostra “Quel che c'è sotto il cielo” (Mondadori, 2022, pp. 159) raccolta di poesie del Novecento destinata prima di tutto a giovani e giovanissimi e incentrata sulle mille metafore con cui la natura si rivela. A raccogliere e commentare i versi (affiancati dalle belle illustrazioni di Carla Manea) è stata Chiara Carminati, una della più popolari autrici per ragazzi e ragazze.

A lei chiediamo come è nata la scelta delle poesie che compongono “Quel che c'è sotto il cielo".

“A differenza di altri paesi, in Italia non sono molte le raccolte di poesia destinate ai ragazzi preadolescenti. Mi piaceva l'idea di arricchire questo scaffale, assumendo però questa volta non il ruolo di autrice ma quello di lettrice: avevo in mente di attingere ai cataloghi di poesia italiana per scegliere dei testi che, pur non essendo stati scritti apposta per i ragazzi, potessero essere letti, riconosciuti e apprezzati anche da loro. Ho preso come filo conduttore i quattro elementi (acqua, aria, fuoco, terra), più che altro come spunto metaforico: non mi interessava tanto avere una raccolta di poesie sulla natura, quanto vedere come attraverso gli elementi naturali possiamo parlare di noi”.

In che modo la poesia può "raccontarci" il mondo che è attorno a noi e quello che è dentro di noi?

“La concretezza di acqua, aria, terra e fuoco ci aiuta a dipingere ciò che è più inafferrabile, ciò che avviene dentro di noi e che a volte è difficile trasformare in parole. Per questo servono le parole dei poeti. Nei loro versi gli elementi naturali che ci circondano diventano rappresentazione di ciò che ci accade: il ruscello, il mare, le nuvole, la fiamma, il seme, la zolla di terra... non rappresentano allora più solo se stessi, ma anche l'allegria di carattere, la calma, il desiderio, la passione e le speranze che ci abitano”.

A un certo punto del libro leggiamo che "la poesia è come l'acqua"...ma è veramente così?

“È anche questa una metafora. Come l'acqua può avere molte forme: può essere in rima ma anche in versi liberi, può chiudere un'immagine in pochissime parole ma anche espandersi in una narrazione. Può perfino rompere l'ordine tipografico per ottenere nuovi effetti espressivi. È il regno della sperimentazione, il luogo dove il linguaggio si mantiene vivo. Proprio come nell'acqua si rinnova la vita”.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Che valore ha la poesia nel mondo odierno, così tecnologico e frenetico da sembrare ben poco poetico?

“Non penso che poesia e tecnologia siano in contrasto tra loro. Anzi. Sono convinta che la tecnologia possa offrire sempre nuovi strumenti di espressione, e che la poesia possa sfruttarli con grande profitto. Il problema è che molto spesso si identifica l'oggetto della scrittura poetica come qualcosa di lezioso, delicato, sentimentale. Probabilmente è l'eredità di tante poesie mandate a memoria sui banchi di scuola. Ma la poesia non si lascia ingabbiare da questa concezione limitante: in poesia si può dire tutto e in molti modi. La poesia è uno strumento per comunicare, e può farlo con tutti i mezzi a nostra disposizione. Certamente però richiede concentrazione, attenzione, tempo: non solo per guardare il mondo con altri occhi, ma anche per distribuire i silenzi tra le parole, che ne accendono i significati”.

Quale poesia tra quelle presenti nel libro consiglierebbe per il tempo che stiamo vivendo?

“Io le consiglierei tutte, senza eccezioni. Sono testi che possono essere letti a più livelli, cosicché in momenti diversi della nostra vita sono forse in grado di dirci qualcosa di nuovo. La scelta di comporre un'antologia con voci di tanti poeti va proprio nella direzione di offrire un panorama variegato, all'interno del quale ogni lettore può costruire le proprie preferenze. E magari poi andare a scoprire altre opere degli autori amati. Ma c'è un verso in particolare, è di Luigi Nacci ed è l'ultimo dell'ultima poesia. È un verso che qualche modo li racchiude tutti, e che possiamo tenerci vicino come una voce preziosa, sempre: ‘Stai nella meraviglia’”.

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