Quartomoro di Sardegna, la cantina fondata 12 anni fa da Piero Cella e Luciana Baso, oggi affiancati dai figli Alberto e Violante, apre il suo Archivio Storico di vitigni autoctoni.

L’azienda, nata dal sogno dei fondatori di recuperare i vitigni autoctoni dell’Isola selezionando le sue vigne più rappresentative nei territori più vocati, aggiunge così un nuovo tassello al suo progetto Memorie di Vite.

L’Archivio sarà presentato il 17 marzo a partire dalle 10 nella cantina situata a Marrubiu, località Is Bangius, e da allora sarà fruibile per tutti.

L’Archivio dei Vitigni Autoctoni è un nuovo progetto caratterizzato dalla volontà della cantina di capire se le varietà tradizionali e autoctone bianche e rosse possono sostenere un invecchiamento e una maturazione degna di regalare emozioni. Generalmente i vitigni sardi trasformati in vino non sono stati sottoposti a questo tipo di test, me sorprese sono tante: il Vermentino, ad esempio, dopo 10 anni mostra ancora freschezza e sensazioni olfattive agrumate vive, e una speziatura diversamente sferzante. Il Bovale da vigne di sabbia, spiega ancora l’azienda, regala tessiture caratteristiche di vitigni da lungo invecchiamento, e, tipico di un territorio vicino al mare, ci trasferisce note balsamiche e iodate ed una struttura tannica soave e fresca allo stesso tempo.

«Per noi quello di Quartomoro è stato anche un progetto culturale, per questo poter trasformare l’archivio in un luogo aperto dove studiare e comprendere i nostri vitigni ci inorgoglisce particolarmente», commenta Luciana Cella.

«C’è grande curiosità rispetto ai nostri vitigni autoctoni, aprire la prospettiva della longevità credo sia veramente stimolante», spiega invece Alberto.

Quartomoro, azienda con una supergicie di 12,5 ettari, coltiva diverse varietà: Vermentino, Vernaccia, Nuragus, Semidano, Arvisionadu, Nasco, Cannonau, Bovale, Muristellu, Carignano, Cagnulari, Monica.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata