Quando uno “squalo” diventa vegano…
Tullio Avoledo e la prima indigine dell’avvocato ContradaTullio Avoledo (foto di Giuliano Avoledo)
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Tullio Avoledo è uno degli autori più originali del nostro panorama letterario. Pochi sanno raccontare come lui il nostro presente, pochi sanno descrivere i tempi che stiamo vivendo in presa diretta, ma con il giusto distacco. Quella giusta distanza di cui ogni scrittore ha bisogno per non trasformare tutto in fredda cronaca oppure in soliloquio sentimentale. Per questa ragione l’ultima fatica letteraria di Avoledo, Come si uccide un gentiluomo (Neri Pozza, 2025, Euro 20,00, pp. 384. Anche Ebook) non tradisce. Anzi, pagina dopo pagina si rivela un romanzo intenso, alternando toni cupi e dolci, rabbia e ilarità, tenerezza e ferocia, riflettendo con precisione le contraddizioni del nostro tempo, costellato di ansia e speranza.
Protagonista del libro un personaggio del tutto nuovo nell’universo dello scrittore di Pordenone, l'avvocato Vittorio Contrada, noto come "Controvento" tra gli amici. Viene delineato come un uomo dal carattere schietto, sia per la sua franchezza che per la determinazione che lo contraddistingue. Ha deciso di cambiare vita, abbandonando il diritto societario per dedicarsi esclusivamente a cause ambientali e a battaglie eticamente rilevanti. Ha detto addio a viaggi da sogno, affari milionari, lussi sfrenati e opportunità da sfruttare, rifugiandosi in uno studio modesto, in compagnia di Gloria Almariva, una collega tenace e combattiva, lontana dallo standard delle avvocatesse di successo. È stato, quella di Contrada, un cambio di rotta sorprendente, reso efficacemente da Avoledo con poche righe e una bella definizione: “A un certo punto Vittorio aveva deciso di cambiare vita. Si era preso un anno sabbatico che poi si era prolungato, e al suo ritorno in campo colleghi e rivali erano rimasti a bocca aperta per il cambiamento, che proprio Vlad, il gladiatore in ascesa dello studio Capurro e Ricciardi, aveva sintetizzato così: «Cazzo, non c’è niente di più patetico di uno squalo che diventa vegano»
Però gli squali, anche se vegani, cambiano i loro gusti, ma non perdono i denti. Quelli rimangono belli aguzzi e affilati. Contrada non ha perso la sua indole battagliera e la determinazione di emergere. Inoltre, conserva la sua passione per le belle donne e le auto d'epoca. Quando Valerio Del Zotto riaffiora dal suo passato con una valigetta – la sua leggendaria ventiquattrore che custodisce sempre tesori o idee preziose – e poco dopo muore, Vittorio non può restare a guardare. Sente che c'è qualcosa di losco in quella ventiquattrore e decide di indagare, affiancato da Gloria. Il caso lo porta a una comunità montana isolata intrappolata in una spregiudicata speculazione edilizia, ma dietro i fiumi che deviano il loro percorso e le vallate invase da ruspe si celano forze ben più potenti di quanto i due avvocati possano immaginare. A volte, però, a rivelarsi
più pericolose possono essere idee piccole, quasi insignificanti. Tra una Milano caotica – eccessiva, crudele e ingiusta – e un Friuli fiero e paradisiaco, minacciato da chi lo vuole distruggere, Avoledo ci offre un panorama disincantato, ma non cinico sull’Italia di oggi. Un Paese tremendamente materialista e incapace di superare i modelli del capitalismo più banditesco e nello stesso tempo bisognoso di sogni, di ambizioni alte e di onestà. Un Paese bisognoso di ritrovarsi e di credere in sé stesso.