Muralismo e Identità Culturale, a Villamar la presentazione del progetto
Mira a tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio nato a partire dagli anni SettantaPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
È stato presentato nei giorni scorsi, nella sala conferenze della Sala Maiorchina di Villamar, Muralismo e Identità Culturale, il progetto promosso dal Comune di Villamar, con il sostegno della Fondazione Sardegna, della Regione Autonoma della Sardegna-Assessorato PI BB CC e il coordinamento organizzativo a cura dell’Associazione Enti Locali per le Attività Culturali e di Spettacolo.
È un progetto triennale che mira a tutelare, conservare e valorizzare il patrimonio muralistico, nato per iniziativa dei movimenti giovanili degli anni ’70, presente nel paese di Villamar. I muri dipinti, richiamandosi a valori politici e sociali come voci che parlano di radici, di lotte e sacrifici, di vita semplice e di bellezza, sono riusciti a tramandare quella memoria collettiva che è anima e cuore della comunità. «La presenza dei murales nel paese, contribuisce a rafforzare l'identità locale e la coscienza culturale», afferma il sindaco Gian Luca Atzeni.
Su queste basi e sulla convinzione che la cultura sia il motore indispensabile alla vita di una comunità, si intende agire attraverso un approccio che integri sia i restauri delle opere storiche sia la realizzazione di nuove. Il primo step prevede il censimento di tutti i murales presenti, eseguito con criteri scientifici e affidato ad Asteras, associazione culturale di professionisti associati che da anni lavora con particolare attenzione al fenomeno del muralismo isolano. La creazione dell’inventario sarà utile strumento per l’individuazione dei murales di maggior pregio storico-artistico che saranno oggetto dei successivi interventi di salvaguardia.
Il restauro, con la collaborazione di esperti restauratori, includerà pratiche di conservazione e ripristino diventando il primo paese a non effettuare interventi di ripittura dell’opera muraria. Il tutto con il coinvolgimento degli artisti locali, e dei cittadini che attraverso incontri pubblici potranno proporre idee e suggerimenti sui nuovi murales.
«Il muralismo è un’arte che nasce per strada, un’arte del popolo che ha la forza di mettere in connessione il passato, il presente e il futuro», dice Franco Nonnis, direttore artistico del progetto, sottolineando il valore dell’arte e della cultura come aggregante della collettività.
Un’idea in controtendenza che decide di investire sulla cultura, bene intangibile e immateriale in grado di ripagare a medio e lungo termine, portando benefici economici e significativi con l’obiettivo di creare un circuito spendibile anche a livello turistico. In questo contesto si inserisce lo studio e l’analisi di tutto il patrimonio culturale, che vanta un passato glorioso durante il Medioevo, prima all’interno del giudicato d’Arborea, poi della Corona d’Aragona, e ancora indietro nel tempo come testimonia la necropoli punica all’interno del centro abitato, con pitture sulle pareti, presagio antico della più moderna inclinazione artistica, fino all’età del Bronzo di cui rimangono dodici nuraghi.
La decodificazione di argomenti e codici iconografici/simbolici è affidata all’artista/designer cagliaritana Mara Damiani, che svilupperà simboli grafici dal forte e immediato valore identitario volti alla realizzazione di una brand identity, ovvero tutto quel materiale di comunicazione visiva in grado di identificare immediatamente il progetto in relazione al paese di Villamar e al suo patrimonio storico artistico.
Con i suoi circa 100 murales, Villamar è sicuramente insieme a Orgosolo e San Sperate un’importante realtà per l’arte dei murales in Sardegna. Il movimento si è manifestato negli anni '70, grazie agli interventi dell’artista villamarese Antioco Cotza, in stretta relazione con il Gruppo Artistico Serramanna e l’amicizia con gli esuli cileni Alan Jofré e Uriel Parvex scappati dal Cile in seguito alla soppressione di Salvador Allende. È evidente nei murales di quegli anni come la connotazione socio-politica e il ritrovato interesse per il patrimonio antropologico e civile della Sardegna, incontrano le figurazioni cilene soprattutto nella scelta dei colori forti e decisi. Se nei murales di Cotza e del suo compaesano Rinaldo Pitzalis, ci sono i toni della denuncia sociale, i figurativi del villamarese Antonio Sanna, raccontano invece paesaggi, momenti di vita quotidiana, lavoro nei campi, bambini, donne e uomini, scorci e luoghi di Villamar.
Questi artisti molto attivi negli anni Settanta e Ottanta, continuando a dipingere e a volte a ridipingere i murales esistenti hanno permesso continuità alla tradizione murale di Villamar estendendo le pitture murali dal centro storico e dal “quartiere maiorchino”, così chiamato per la presenza di mercanti provenienti da Palma di Majorca nel XIV e XV secolo, in diverse strade del paese. I temi di denuncia e protesta sociale degli esordi, negli ultimi anni hanno lasciato spazio ai nuovi stili creando un’affascinante commistione tra il muralismo storico-politico tipico della tradizione isolana e la street art consacrata dalla recente opera dell’artista cagliaritano Manu Invisible.
Obiettivo del progetto Muralismo e Identità Culturale è dunque riportare l’attenzione verso questo museo a cielo aperto, che canta l’animo profondo della sua gente, l’aspirazione alla pace, il rifiuto della guerra e dello sfruttamento di uomini e natura.
(Unioneonline)