Nel febbraio del 2013 un piccolo asteroide largo circa venti metri è esploso nel cielo della città di Chelyabinsk, in Siberia. I danni sono stati pochi - qualche ferito dovuto all’esplosione dei vetri delle finestre della case - però l’evento ha riportato l’attenzione della comunità scientifica internazionale su un fenomeno che accompagna da sempre la vita del nostro pianeta: la possibilità di un impatto, anche catastrofico, con un corpo celeste. Inoltre, il tema di un incontro ravvicinato con asteroidi e meteoriti caratterizza da anni il cinema e la narrativa fantascientifica, soprattutto da quando si è consolidata la teoria che sia stato un apocalittico scontro con un corpo proveniente dallo Spazio a portare all’estinzione i dinosauri.

Si tratta, quindi, di un argomento "caldo", sul quale però girano molte bufale e allarmismi. Se si ha voglia di saperne di più ecco allora l’agile saggio Il cielo che ci cade sulla testa (Il Mulino, 2016, euro 11,00, pp. 132) scritto dall’astrofisico Ettore Perozzi, responsabile delle operazioni del centro dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) dedicato al rischio asteroidale.

In maniera estremamente divulgativa e con linguaggio chiaro e accattivante il libro - inserito nella collana "Farsi un’idea" nata proprio per rendere "digeribili" temi complessi di politica, scienza ed economia – affronta tutte le questioni relative al rapporto tra il nostro pianeta e i corpi celesti che si muovono nello spazio attorno a noi. Racconta prima di tutto i grandi impatti della storia e i loro effetti. Chiarisce i pericoli esistenti e mostra le tecniche e i mezzi a disposizione della comunità scientifica per monitorare e quindi scongiurare il pericolo stesso.

Soprattutto Perozzi, da vero comunicatore, ci avvicina a un mondo affascinante e complicato con tante curiosità e aneddoti gustosi. Parla di questioni complesse come possono essere i calcoli per definire la traiettoria di impatto con un piccolo corpo celeste trasformandole in un’indagine in cui non mancano la suspense, le corse contro il tempo, le intuizioni improvvise e i colpi di scena. Infine Perozzi apre degli scorci molto interessanti sul futuro che ci aspetta perché asteroidi e meteore sono una possibile minaccia ma anche una altrettanto possibile risorsa per l’umanità.

Questi corpi in movimento sono, infatti, ricchi di idrogeno e ossigeno ed esistono dei progetti allo studio per sfruttare questa ricchezza. Contemporaneamente i corpi celesti possono diventare utili come basi intermedie per proseguire le missioni spaziali con equipaggio umano verso pianeti come Marte. Insomma, tanta carne al fuoco in un breve saggio che è una storia di scienza, esplorazione e alta tecnologia spaziale: in caso di bisogno ci affideremo ad essa per non fare la fine dei dinosauri!

Roberto Roveda

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