L'antica Roma è un evergreen: è sempre di moda. La ritroviamo in tanta narrativa, più o meno aderente alla storia vera. Non mancano poi le fiction e il cinema ispirato a legionari, imperatori e, immancabili, gladiatori.

Naturalmente si tratta di una "romanità" di grana grossa, filtrata attraverso il gusto moderno. Una romanità che spinge l'acceleratore sulla violenza, sugli intrighi della corte imperiale, sulle battaglie e i condottieri.

Roma antica è stata anche questo senza però dimenticare che la civiltà romana e latina – con la sua cultura, la sua lingua e il diritto – ha contribuito a porre le basi dell'Europa così come la conosciamo.

E lo ha fatto anche attraverso i suoi capolavori letterari, primo fra tutti l'Eneide di Virgilio, il maggiore poema epico della letteratura latina, oggi finalmente disponibile in audiolibro nella bella traduzione e lettura di Vittorio Sermonti (Emons Edizioni, 2019).

Si tratta di una versione dell'opera virgiliana – opera scritta tra il 29 e il 19 a.C. – estremamente ricca perché Sermonti non lascia mai solo l'ascoltatore ma lo conduce per mano nell'universo di Virgilio. Così la lettura di ogni brano del poema viene introdotta da un breve resoconto che ci fornisce le coordinate per muoverci nel testo anche se non siamo latinisti o storici.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Oltre che ricca questa Eneide è soprattutto affascinante perché Sermonti riesce nell'impresa, non facile, di modernizzare il linguaggio del poema senza tradirne in alcun modo lo spirito di fondo.

Non ha paura, infatti, di ricorrere a espressioni anche moderne pur di farsi intendere meglio: così, per esempio, i "muli che sparano calci" anche se, naturalmente, i romani non sapevano neppure cosa fosse la polvere da sparo.

Allo stesso tempo Sermonti mantiene alto il tono epico, eroico, anche celebrativo della grandezza romana che è tipico dell'Eneide. Enea rimane l'eroe esule da Troia alla ricerca, con pochi compagni, di una nuova patria. Rimane l'uomo che con il suo valore e la sua abnegazione al dovere saprà dare vita a una stirpe da cui nascerà il popolo romano, dominatore del mondo.

La lettura di Sermonti, però, proprio per certe finezze di modernizzazione lessicale e per lo sforzo di coinvolgere il lettore usando in maniera evocativa e appassionata la voce riesce a restituirci interamente la vitalità dei versi di Virgilio.

Ci scopriamo così, di volta in volta, su una nave troiana in rotta nel Mediterraneo, soffriamo le pene di Didone, la regina di Cartagine suicida per amore di Enea. Sentiamo pienamente il profondo dissidio dell'eroe troiano che deve rinunciare a realizzare i suoi sogni per seguire il compito che il fato gli ha assegnato.

Verso dopo verso cogliamo allora l'universalità e l'attualità di tanti temi toccati da Virgilio: il contrasto tra libertà e dovere, l'eterna lotta dell'uomo per sfuggire a un destino che spesso appare implacabile e cieco, l'eroismo che non è nulla se non è accompagnato da umanità, rispetto anche per il peggior nemico e pietà per i vinti.

Insomma, l'Eneide, come sempre accade quando ci rapportiamo con i classici della letteratura, si legge ma nello stesso tempo ci costringe a leggerci dentro, a riflettere su aspetti fondamentali del nostro essere uomini con un destino, compiti nella vita, desideri e anche debolezze.

Già, perché gli eroi e le eroine di Virgilio sono grandi anche perché sono deboli e fragili in certi momenti ma non si fanno schermo dei loro limiti, anzi provano a superarli. Magari senza fortuna, ma con coraggio.
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