Due mostre differenti che suscitano per ragioni diverse l'interesse del visitatore curioso. Trovano spazio nel Museo diocesano arborense di Oristano "Somiglianze di famiglia" e "Nel tempo", la prima fino al 26 gennaio 2020, la seconda fino al 12 gennaio.

Un viaggio dentro l'umanità, attraverso il linguaggio speciale dell'arte, che nel suo farsi simbolo distilla emozioni e riflette sulla natura complessa dell'uomo e del suo rapporto con l'Eterno e con la Storia. Con queste parole Efisio Carbone, storico dell'arte, descrive la mostra "Nel tempo" degli artisti Simone Dulcis e Lea Gramsdorff, con la direzione di Silvia Oppo. Il percorso espositivo è, in sintesi, il recupero di pagine scritte in occasioni speciali del percorso dei due artisti.

"Le tre grandi istallazioni Elegia, Exodus e Preghiere del Mattino sono tre dissertazioni sapientemente cucite tra loro - spiega ancora Efisio Carbone - che indagano il rapporto tra l'uomo e la preghiera, l'uomo e la storia, l'uomo e la natura. Una sintesi corale che muove verso Dio attraverso la parola, l'azione, la contemplazione. Una cattedrale gotica dai grandi variopinti vetri che spinge verso l'alto le sue colonne, progressiva rarefazione architettonica che giunge al Creato là dove l'uomo ha conosciuto l'idillio dell'Eden". Simone Dulcis e Lea Gramsdorff hanno scoperto nel lavoro a quattro mani un momento di riflessione comune risolto, in pittura, in forme complementari: ecco quindi realizzare un numero di stazioni creando un percorso preciso, un viaggio nel profondo, un canto orfico, una discesa verso luoghi della memoria dove raccogliersi per ritrovare se stessi.

Il colore blu è filo di Arianna: blu profondo lapislazzuli come nel cielo di Michelangelo del Giudizio Universale che ancora ricorda all'umanità il suo destino. È il blu della meditazione, dell'infinito, il blu della preghiera. Superato questo momento di "preparazione", il popolo in cammino scrive la sua epopea in pagine di storia: siamo nel tempo dell'uomo. Exodus è un progetto che Lea Gramsdorff approfondisce da alcuni anni. Nell'istallazione qui presentata il tema assume proporzioni epiche divenendo una sacra rappresentazione condotta a quattro mani con Simone Dulcis: le figure sono sculture, i cieli tele dipinte, tutto è in movimento, la scena ci cattura catapultandoci dentro il racconto. L'istallazione successiva, Preghiere del Mattino, ritrova nella mistica francescana la chiave ideale del rapporto tra Dio, Uomo, Creato.

"SOMIGLIANZE DI FAMIGLIA" - Con "Somiglianze di famiglia" il museo vuole celebrare quattro artisti illustri che hanno accompagnato la vita culturale della città di Oristano e rappresentano una tappa significativa della storia dell'Isola. Antonio Amore, Carlo Contini, Antonio Corriga e Giorgio Farris "oggi come ieri sono motivo di orgoglio per la nostra comunità e per la prima volta li incontriamo in una collettiva", spiegano i curatori della mostra Antonello Carboni e Silvia Oppo. "La mostra propone un percorso visivo che manifesta la propria attenzione esclusivamente sui temi del lavoro, della festa, della tradizione e della famiglia".

Ecco allora la rappresentazione, per esempio, dell'Ardia di Sedilo vista con lo sguardo diverso dei vari artisti. E ancora, le sacre rappresentazioni della Settimana Santa nelle diverse fasi e sotto diversi punti di vista. E che dire degli straordinari minatori di Amore, delle spettacolari processioni di Corriga e Contini e dei magici viandanti di Farris? "Quattro artisti poliedrici e completi che, come in un caleidoscopio, ci offrono visioni, abilità, colori, studio e poesia necessari per approfondirne meglio la conoscenza", spiegano Carboni e Oppo.

"Ossessionati dalla libertà di esprimere se stessi, in continuo mutamento, trovavano nella pratica del mestiere la loro ragione. L'arte era concepita ancora come un mestiere e queste opere ne evidenziano una concezione ottocentesca ancorata al passato, non avanguardista o provocatoria. Insomma, assegnano all'arte il potere di affascinare, di meravigliare, di piacere estetico. La bellezza era per loro un'estasi, semplice come la fame, la inventano sottraendola alla realtà delle cose ordinarie e apparenti, rivestendola di nuova luce".

Una mostra che mette a confronto quattro grandi artisti e consente così di apprezzare le diversità e magari scoprire i punti comuni.
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