“Sdegno”, “rabbia”, “vergogna”. Sono i sentimenti espressi dai rappresentanti del circolo Gramsci che raccoglie gli emigrati sardi a Torino. A scatenarli l’iniziativa organizzata da altri circoli, quelli di Bolzano e Bollengo, che nel fine settimana ospiteranno lo spettacolo “Riuscirà Tottoni Braghetta ad avere un erede dalla signorina  Vera Passera?”.  

«La locandina e il titolo dell’evento veicolano testualmente e iconograficamente un messaggio anacronistico di profondo disprezzo verso le donne e un’immagine del popolo sardo ancorato ai peggiori stereotipi del passato», si legge in una nota del presidente del circolo torinese, Matteo Mereu, che prosegue:  «La grafica  della rappresentazione proposta dalla compagnia Barbaricidicoli di Ottana ci lascia senza parole per lo squallore con cui si raffigurano le donne e il popolo sardo». 

L’iconografia è fin troppo classica: l’uomo sardo con “su bonette”, la donna discinta e, a contorno, le pecore.  «Ci stupisce come una compagnia teatrale aperta ai cambiamenti e nota per essere promotrice di una società inclusiva possa cadere così in basso trascinando in questa onta anche la Fasi, un ente del Terzo settore che rappresenta migliaia di sardi e sarde dell’emigrazione e che dovrebbe vigilare prima di concedere patrocini e promuovere certi messaggi», denuncia il coordinamento donne e pari opportunità dell’associazione.

La vicenda, secondo gli esponenti del “Gramsci”, «pone una questione di primissimo piano e riguarda le responsabilità del direttivo Fasi e la capacità di questo ente di vigilare affinché le iniziative portate avanti dai circoli rispettino i principi di tolleranza» alla base dell’affiliazione di migliaia di soci e socie che ogni anno versano una quota di iscrizione. 

Prende posizione anche  il cagliaritano Francesco Pongiluppi, consigliere di Sinistra Ecologista alla Circoscrizione 4 di Torino, dove risiedono numerosi sardi:  «Mi sento profondamente offeso. Da giorni ricevo chiamate da tante cittadine sarde residenti qui a Torino che denunciano lo squallore di questa locandina. Ho serie difficoltà a capire come un messaggio di questo tipo possa esser passato al vaglio dei responsabili della Fasi senza lasciare in loro qualche turbamento o dubbio sull’opportunità di concedere il patrocinio».

(Unioneonline/E.Fr.)

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